Voto positivo dei lavoratori sul Ccnl porti ma non mancano le polemiche
Il consenso al rinnovo contrattuale avrebbe superato il 70%, ma da Livorno a Catania a Trieste non mancano episodi controversi e lamentele sulle modalità di consultazione
“Approvata a larga maggioranza, superando il 70% dei consensi con un dato piuttosto omogeneo da nord a sud, l’ipotesi di rinnovo del Ccnl dei lavoratori dei porti”.
A valle delle votazioni tenutesi la scorsa settimana fra i lavoratori, lo hanno comunicato unitariamente le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, sottolineando che è “un rinnovo giunto dopo due scioperi e oltre dieci mesi di serrate trattative, svolte dentro un contesto molto complesso e difficile anche a causa della paventata riforma e delle diverse crisi internazionali. Aver messo in sicurezza il Ccnl dei lavoratori dei porti rappresenta un fatto estremamente importante e da domani il nostro impegno si sposta sulla soluzione di questioni che restano ancora irrisolte, a partire dal riconoscimento del lavoro usurante e dallo sblocco del fondo di accompagnamento all’esodo. Su questi temi proseguiremo nel confronto con le lavoratrici e i lavoratori allo scopo di rilanciare l’azione sindacale per raggiungere i risultati che la categoria merita di ottenere”.
Le segreterie confederali non hanno diffuso dati di dettaglio in merito alle votazioni. In aggiunta a quelli riepilogati la scorsa settimana – da cui si evinceva come nel nord-ovest il Ccnl fosse stato bocciato dalla maggioranza dei lavoratori, a latere di un’astensione molto forte – SHIPPING ITALY ha potuto consultare due verbali provenienti dal sud Italia. Il primo proviene da Palermo, non è intestato a un’impresa, ma parrebbe fare riferimento all’intero panorama degli aventi diritto, col richiamo a un organico aziendale di 557 persone: a votare, fra questi, sarebbero stati in 483, al 100% favorevoli al rinnovo. L’altro verbale viene da Catania, ma bulgara è anche qui la percentuale, con addirittura 137 sì su 137 aventi diritto, pure in questo caso senza riferimenti a imprese, ma a un generico organico aziendale.
Non sono gli unici episodi particolari emersi.
La Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) di Alp, l’Agenzia per il lavoro portuale di Livorno, composta da Massimo Mazza, Giuliano Giuliani e Giacomo Pupi, ha denunciato che i lavoratori non si sono espressi perché mai convocati per il voto. Il verbale delle segreterie confederali riportava in effetti 2 soli votanti, favorevoli, sui 71 lavoratori aventi diritto. “Le segreterie ci hanno detto di aver mandato una mail all’azienda (circostanza confermata da Filt Cgil a SHIPPING ITALY con copia della missiva mandata a info@alplivorno.it, ndr), ma ai lavoratori nessuno ha riferito alcunché, si che alla votazione ritenuta valida da Filt, Cisl e Uil hanno partecipato solo i loro delegati. Modalità similari si sono riscontrate un po’ dappertutto, soprattutto al sud” ha riferito Mazza, che è delegato in quota Usb, sigla che non a caso ha da subito stigmatizzato le modalità di consultazione, convocando assemblee tra i lavoratori di Genova, Livorno e Trieste per decidere se e quali iniziative formali intraprendere.
Proprio a Trieste è stato il Clpt – Coordinamento lavoratori portuali a sottoporre alle segreterie confederali, all’Autorità di sistema portuale, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una richiesta di ripetizione della votazione, denunciando fra l’altro che “l’invito alle assemblee non è stato affisso nelle bacheche sindacali, o diffuso in modo da raggiungere tutti i lavoratori, ma solo via whatsapp con una diffusione evidentemente parziale (se non mirata). Negli inviti non era in alcun modo esplicitato il fatto che si sarebbe votato sull’ipotesi di accordo per il Ccnl. La concentrazione di tutte le assemblee in unica giornata ha impedito la partecipazione di buona parte dei turnisti. La modalità di alzata di mano ha impedito la segretezza del voto. Ad oggi non esistono i verbali delle votazioni”.
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