La prossima Legge Finanziaria sorride a Marebonus e Ferrobonus, maxitaglio al cold ironing
Confermati anche i ridimensionamenti ai fondi per parco rotabili, mezzi veloci dello Stretto di Messina, flotta navale green, accesso agli impianti portuali
Il bilancio della Legge di bilancio da poco avviata al suo iter parlamentare appare negativo per le misure di sostegno pubblico ai trasporti finanziate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Fra i rifinanziamenti particolare rilievo assumono quelli per Marebonus e Ferrobonus, rispettivamente di 60 e 50 milioni di euro spalmati in parti uguali su cinque anni, ad integrare le risorse stanziate fino a tutto il 2026.
Più corposo, però, il capitolo dei tagli. Sul fronte delle flotte si registra il ridimensionamento (in misura leggermente inferiore a quanto preventivato col recente Decreto omnibus) delle risorse stanziate dal fondo complementare al Pnrr per il rinnovo del materiale rotabile e infrastrutture per il trasporto ferroviario delle merci: -45 milioni di euro. In ambito ferroviario ridotto di 60 milioni di euro il fondo per finanziare i costi di implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario Ertms (European rail traffic management system) e di 4,6 milioni di euro le risorse per l’Autostrada Ferroviaria Alpina attraverso il Frejus.
Si riducono poi di 50 milioni di euro gli stanziamenti, previsti sempre dal fondo complementare al Pnrr, per il rinnovo o acquisto, da parte di Rfi spa, di unità navali per traghettamento Stretto di Messina. E afferenti alla stessa fonte (fondo complementare al Pnrr) spicca il taglio di 131 milioni di euro al cold ironing, affiancato dalla riduzione (ulteriore) di 15,2 milioni delle risorse per rinnovo e ammodernamento della flotta mercantile e di 5,7 milioni per ultimo/penultimo miglio ferroviario/stradale.
Ancora sul fronte delle infrastrutture portuali, è previsto un definanziamento di 150 milioni di euro alle risorse del fondo complementare al Pnrr da spendersi nel 2027 per l’accessibilità marittima, riprogrammate però per 2028 e 2029, mentre perde 129,5 milioni di euro il fondo creato dalla Finanziaria del 2015 per realizzazione di opere di accesso agli impianti (100 milioni annui che avrebbero dovuto essere spesi negli anni 2017, 2018 e 2019).
A.M.
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