Volano gli stracci fra Dfds e Ekol dopo l’acquisizione saltata
I turchi accusano i danesi di aver fatto saltare l’acquisizione per una richiesta di sconto dell’ultima ora
Dopo anni di gestazione, l’aborto dell’acquisizione del gruppo turco Ekol Logistics da parte del colosso danese Dfds è destinata a lasciare strascichi.
Alla laconica versione scandinava sulla propria decisione di chiamarsi fuori per la mancata soddisfazione di alcune condizioni contrattuali, Ekol ha replicato sostenendo d’essersi a sua volta ritirata dall’affare “perché abbiamo riscontrato richieste ingiuste che non corrispondevano ai nostri valori, principi e professionalità”. Ekol ha inoltre accusato il presidente di Dfds di chiedere uno sconto sui prezzi solo 24 ore prima della scadenza di chiusura per l’accordo: “Abbiamo detto che se avessero insistito sulla richiesta di sconto, avremmo annullato l’accordo. Era inappropriato per loro fare questa richiesta l’ultimo giorno” ha affermato Ahmet Musul, presidente di Ekol, che nell’occasione ha ringraziato i dipendenti che avevano lavorato all’operazione, rassicurandoli sull’intenzione di “lavorare in autonomia, verso un futuro più forte insieme”.
L’operazione da oltre 500 milioni di euro era stata definita in aprile, con Dfds che annunciava come il nearshoring avrebbe portato i tassi di crescita dei trasporti dalla Turchia all’Europa al 14%. Le parti avevano ottenuto l’approvazione della fusione dall’autorità antitrust in Turchia e si aspettavano l’approvazione dell’Ue entro la fine dell’anno. Poi venerdì scorso la svolta, coi danesi che, a fianco del mancato rispetto del contratto, menzionavano rallentamento del mercato del trasporto di trasporto intra Ue e una crescente concorrenza sulle rotte europee.
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