Enac dice no alla scorciatoia di Superba in porto a Genova
Per il progetto di delocalizzazione dei depositi a Ponte Somalia servirà la procedura autorizzativa completa, comprensiva di parere Enav. Nuovo attacco di Saar e Sampierdarena Olii
L’asseverazione firmata da un tecnico abilitato non basterà a Superba: al progetto di delocalizzazione dei depositi chimici dall’attuale sede di Multedo (alle spalle di Porto Petroli) al bacino di Sampierdarena, nel porto storico di Genova presso Ponte Somalia, occorrerà il nulla osta di Enac, da conseguirsi con procedura standard.
Lo ha stabilito proprio l’Ente nazionale per l’aviazione civile, con una nota di riscontro alla documentazione presentata nelle scorse settimane dalla società del gruppo Pir. Vi si legge che nel rapporto presentato l’autogrù prevista da Superba sul terminal creerà un’interferenza con alcune apparecchiature deputate al controllo aeronautico.
“Pertanto, al fine dell’ottenimento del necessario parere-nulla osta, è indispensabile che il proponente attivi la procedura descritta nel Protocollo Tecnico pubblicato sul sito dell’Ente www.enac.gov.it alla sezione “Ostacoli e pericoli alla navigazione aerea”, inviando alla scrivente Direzione la documentazione necessaria e avviando, contestualmente, analoga procedura con Enav (…) volta ad identificare possibili interazioni con le procedure strumentali di volo, i sistemi di radionavigazione e le superfici di delimitazione ostacoli”.
Intanto, mentre si attende a brevissimo il pronunciamento del Consiglio di Stato sull’appello contro la sentenza che ha bocciato gli atti dell’Autorità di sistema portuale prodromici al trasferimento, Saar e Silomar, due delle ricorrenti originarie che insieme all’associazione Officine Sampierdarenesi hanno bloccato l’iter del progetto, sono tornate alla carica in sede di Valutazione di impatto ambientale (in corso al Ministero dell’Ambiente), depositando una memoria di critica delle integrazioni portate da Superba a fine estate.
Le due società, entrambe guidate da Beppe Costa, sostengono che “la principale motivazione del progetto nella proposta iniziale del Proponente, ossia avere un impatto positivo sulla popolazione e sulla salute a seguito della delocalizzazione del deposito esistente di Multedo, nel quadro valutativo aggiornato viene completamente a mancare. A questo si uniscono numerosi potenziali impatti negativi sulla maggior parte delle componenti ambientali, quali atmosfera, acqua, suolo – sottosuolo, flora – fauna – ecosistemi, paesaggio – patrimonio culturale ed agenti fisici”.
Rilevanti, aggiungono Saar e Silomar, le differenze fra le versioni del progetto sottoposte ad Adsp e Ministero dell’ambiente. “La comparazione mostra significative variazioni in termini di capacità e numero dei serbatoi previsti, con una conseguente variazione del lay-out di riferimento. Si segnala un incremento di 7900 m3 di capacità del deposito e, nello specifico, un incremento di capacità del 17% per le sostanze identificate come di Categoria A, ossia la categoria delle sostanze con maggiore pericolosità rispetto a quelle previste dal D.M.31/07/34”.
A.M.
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