Al porto di Genova slitta ancora il cold ironing per i traghetti
Due anni di ritardo (dicembre 2025) per gli allacci delle crociere, quelli dei ro-pax saranno rimessi a gara l’anno prossimo
Per l’elettrificazione delle banchine alle quali a Genova approdano i traghetti, le cui emissioni sono fonte di proteste di comitati locali formatisi nei quartieri immediatamente prospicienti il terminal passeggeri, occorrerà molto più del previsto.
Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, infatti, se per il cold ironing dei moli dedicati alle navi da crociera l’orizzonte è già slittato di due anni rispetto a quello preventivato, per i traghetti non esiste oggi nemmeno più una data precisa.
Il contratto da oltre 18 milioni di euro (finanziati dal Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese) sottoscritto nel 2022 dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale con il consorzio appaltatore guidato da Nidec Asi, prevedeva, a partire da giugno 2022, 120 giorni per la progettazione e 360 per i lavori di elettrificazione di tutte banchine del terminal passeggeri.
Da circa un anno, cioè, il cold ironing dovrebbe essere già realtà e invece i lavori risultano ancora in alto mare e l’unica indicazione fornita da palazzo San Giorgio (con le risposte scritte preparate in sostituzione della conferenza stampa annullata due settimane fa appena prima di iniziarla) è che “il cronoprogramma prevede, ad oggi, il termine dei lavori a dicembre 2025”.
Come accennato, però, tale termine varrebbe per le banchine dedicate alle crociere, non per le altre delle navi ro-pax.
A riferirlo sono i suddetti comitati (Rete Associazioni San Teodoro), corroborati da quanto ricostruito dal Difensore Civico (l’organo monocratico e indipendente di garanzia degli interessi dei cittadini, eletto dal Consiglio regionale e alternativo al ricorso giurisdizionale o amministrativo), che, attivatosi nelle scorse settimane con un’indagine ad ampio raggio (richieste anche ad Arera notizie sulla formulazione degli attesi provvedimenti tariffari in materia), ha “appreso dello slittamento”, avanzando quindi conseguenti (e ad oggi pendenti) richieste di chiarimenti da Adsp.
“Anche noi di Stazioni Marittime abbiamo avuto notizia (informale) secondo cui verrà resa disponibile, in prima fase, l’elettrificazione delle banchine più a Levante ovvero quelle di norma a servizio delle navi da crociera e, a seguire, l’elettrificazione delle banchine di norma utilizzate dalle navi traghetto” ha confermato Alberto Minoia, amministratore delegato della società terminalista che gestisce le banchine genovesi, presso le quali, peraltro, a breve approderà il primo traghetto attrezzato per l’allaccio, il Gnv Polaris, che sarà quindi impossibilitato a spegnere i motori durante la sosta.
Come detto, però, Palazzo San Giorgio, la maggiore stazione appaltante del nordovest, continua a non fornire alcuna indicazione sul proprio operato (salvo come detto le risposte scritte al posto della conferenza stampa che era stata convocata).
Solo dal bilancio di previsione (che, approvato a fine ottobre, l’ente non ha ancora pubblicato) si apprende che lo scorso settembre (dieci mesi dopo la prevista conclusione dei lavori) “si è conclusa una conferenza dei servizi per integrazioni” e che “il progetto esecutivo (che doveva essere pronto a fine 2022, ndr) è in corso di verifica per la validazione”. Su natura esatta delle variazioni, motivi del raddoppio dei tempi e conseguente impatto sull’appalto, tuttavia, nessuna notizia.
La port authority spiega però nel documento che nei mesi scorsi il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha accolto la richiesta di finanziamento (con fondi Pnrr) di un “nuovo intervento (Cold Ironing Genova Add-on)” per 32 milioni di euro, cui si dovrebbe dare avvio l’anno prossimo e che prevede proprio “la realizzazione di alcuni cavidotti per il bacino traghetti e di una cabina di trasformazione da alta tensione a media tensione, necessaria per l’erogazione della piena potenza richiesta”. La data di completamento non viene però nemmeno azzardata.
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