Transport&Environment, i carburanti navali e il rischio che certe scelte le facciano i lobbisti
L’esperto Ennio Palmesino mette in guardia e suggerisce di guardare attentamente all’indirizzo che arriverà da questa Ong per capire in che direzione potrebbero andare le decisioni dell’Europa
Contributo a cura di Ennio Palmesino *
* Broker marittimo
Ho letto l’articolo “Gnl falsa soluzione sostenibile per il trasporto marittimo” pubblicato su SHIPPING ITALY il 18 novembre u.s. che tirava in ballo Transport&Enviroment, citata più volte come fonte apparentemente autorevole.
Ma chi è realmente questa ONG che mette becco in ogni argomento che riguarda la sostenibilità?
Nel maggio del 2023 un’inchiesta condotta dall’esperto di energia Sergio Giraldo ha spiegato che Transport&Environment è un gruppo di pressione americano molto attivo sui tavoli di Bruxelles, che si presenta come ONG, quindi (solo apparentemente) slegato da interessi industriali, il quale si vanta pubblicamente di essere riuscito a indirizzare (come???) le decisioni europee sull’ambizioso traguardo dell’abbattimento della CO2, culminato nell’obbligo di mettere fine alle vendite di auto nuove con motori a combustione entro il 2035. Non ci sono riusciti in America ma ci sono riusciti in Europa.
La T&E, si è poi capito, ha finanziatori soprattutto americani, da Bloomberg a Bill Gates, da Rockfeller a Hewlett&Packard, dalla signora Shwab a Kessler, tutti gruppi miliardari legati alla sinistra americana (molti di questi personaggi hanno lavorato con Clinton e con Obama). Si è scoperto che T&E è stata molto attiva sul fronte delle pretese green in Europa, ha avuto ben 109 incontri con la Commissione fra il 2019 ed il 2023, e quindi dobbiamo chiederci se è politicamente accettabile (come dice Giraldo) che miliardari americani liberal possano influenzare le politiche industriali europee, portando a un aumento dei costi per i nostri cittadini e a un impoverimento industriale in tutt’Europa.
T&E, raggiunto l’obbiettivo sul trasporto terrestre, ora ha messo nel mirino il trasporto navale, esponendo fra i suoi target anche il “divieto globale dei carburanti sporchi nel settore marittimo”. Però sulle navi T&E non può puntare sulla trazione elettrica, poichè non funziona. Bisogna prestare attenzione alla proposta che verrà fatta da T&E come miglior combustibile per le navi, perchè la soluzione che sarà avanzata probabilmente sarà quella già prescelta dai suoi potenti finanziatori per investire miliardi in un settore a quel punto ritenuto vincente. Il rappresentante italiano di T&E ha fatto capire che probabilmente si orienteranno sugli e-fuels.
Fare lobby non è una brutta parola, naturalmente, poichè accade spesso che un’industria debba farsi sentire con le istituzioni per difendere legittimi interessi commerciali. Il problema è che i cosiddetti “regulators” dovrebbero sapere come si muovono le lobby e devono tenerle a distanza, altrimenti finisce che le regole non le fanno più i tecnici (o alternativamente i politici scelti tramite elezioni) ma i lobbisti.
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“Gnl falsa soluzione sostenibile per il trasporto marittimo”