L’Adsp di Taranto rivedrà la concessione del terminal crociere a Tcp
Consulenza allo studio Maresca&Partners per valutare l’attivazione della procedura di riequilibrio chiesta da Global Ports Holding: al centro la realizzazione di una stazione marittima al posto del Falanto
Le “esigenze operative” di Taranto Cruise Port, società del gruppo turco Global Ports Holding concessionaria nel porto ionico delle banchine del Molo San Cataldo, sono “mutate” sicché la società ha inoltrato all’Autorità di sistema portuale locale “istanza per l’attivazione della procedura di riequilibrio e prodotto un nuovo piano economico finanziario”.
Lo spiega la delibera con cui la port authoritu pugliese ha ingaggiato lo studio legale genovese Maresca&Partners per “verificare la fondatezza delle richieste mosse dal Concessionario e delle formulande proposte di riequilibrio nonché prospettare le eventuali soluzioni di modifica dei titoli concessori ritenute opportune”.
Oltre che analizzare istanze e Pef, l’avvocato Davide Maresca dovrà, in accordo con Taranto Cruise Port, individuare “il procedimento amministrativo da implementare” e “eventuali proposte di modifica del titolo concessorio, anche mediante redazione degli schemi/bozze degli atti necessari”, nonché fornire all’ente “i profili giuridici della questione controversa, con redazione di parere legale, qualora le istanze del concessionario e il conseguente confronto determinino l’insorgere di un contenzioso, ciò con redazione di puntuali osservazioni e controdeduzioni alle domande, eccezioni e contestazioni sollevate dal Concessionario al fine di consentire all’Ente la migliore difesa nelle sedi competenti”.
In particolare, ha spiegato il presidente dell’Adsp, Sergio Prete, “le mutate esigenze sono dovute alla crescita dei traffici e alla necessità di dotare il porto di strutture di accoglienza non provvisorie”. Taranto Cruise Port starebbe infatti rispettando i volumi di traffico previsti e, chiuso il 2023 con un leggero utile e 138mila passeggeri movimentati, s’appresta a confermare quel risultato con un lieve incremento a 139mila movimentazioni e 45 scali nell’anno in chiusura. Di questi però più di 56mila sono passeggeri movimentati come homeport, facenti capo in particolare al traffico recentemente acquisito da Costa Crociere, le cui toccate muovono oltre 2mila passeggeri ad approdo.
In base agli accordi concessori, Taranto Cruise Port sarebbe già dovuta entrare nel pieno possesso degli spazi ad essa promessi all’interno della palazzina del Falanto, ma i lavori per il suo allestimento, appannaggio dell’Adsp, sarebbero in ritardo. Finora Taranto Cruise Port ha operato quindi con strutture amovibili, montate provvisoriamente per l’accoglienza nelle due stagioni gestite, ma, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, tale soluzione si sarebbe rivelata eccessivamente costosa e poco pratica, inadatta, per giunta, alla migliore gestione di un traffico home port, per il quale sarebbero inoltre stati valutati inadeguati anche gli spazi del Falanto, anche quando consegnati, perché pensati quando tale prospettiva non era ancora all’orizzonte.
Da qui prenderebbe le mosse l’iniziativa di Taranto Cruise Port di una modifica degli accordi in essere; modifica che ora Adsp valuterà con l’ausilio di Maresca&Partners, nome ben noto anche al concessionario: Davide Maresca è infatti membro della commissione Europe di Assiterminal, del cui consiglio direttivo fa parte Raffaella Del Prete, general manager di Tcp.
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