Il trasporto marittimo tiene banco al Cnel per la sicurezza e la sostenibilità
Assarmatori, Assocostieri, Rina e Genova Industrie Navali fra i relatori intervenuti ai lavori
“La sostenibilità del trasporto marittimo, fra snodo del commercio mondiale, transizione ambientale e digitale” è il titolo del convegno tenutosi a Roma presso il Cnel, primo di un ciclo di incontri che ricomprende anche la mobilità terrestre e area.
Due i temi al centro dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Ciu-Unionquadri e Conftrasporto. Da un lato la sostenibilità, che si connette direttamente alla necessità di ridurre l’impatto delle attività antropiche ma che racchiude in sé anche l’esigenza di costruire un percorso socialmente condiviso e volto all’interesse collettivo. Dall’altro la sicurezza, non solo come necessità di tutelare la vulnerabilità fisica ma, in un mondo sempre più digitalizzato, anche come esigenza di prevenire e contrastare gli attacchi informatici.
Il confronto ha coinvolto istituzioni, associazioni e imprese. I lavori sono stati aperti dall’intervento del presidente del Cnel, Renato Brunetta. “Il trasporto marittimo ha una funzione straordinaria” he riconosciuto. “Rappresenta l’innervamento funzionale dell’economia di un Paese e del mondo intero, mettendo insieme storia, relazioni, socialità, commercio, capitale umano. Rappresenta una delle espressioni più alte dell’intelligenza umana, legata al miglioramento, al valore aggiunto e al benessere delle popolazioni. Senza trasporto marittimo precipita la civiltà. È quindi fondamentale – ha aggiunto Brunetta – capire come le tre transizioni energetica, ambientale e digitale impattano su questo settore. Vi sono temi cruciali su cui riflettere, dai combustibili alla formazione professionale degli operatori, dalla sicurezza ai sistemi di comunicazione. E poi la dimensione della mobilità sostenibile. Metà della popolazione mondiale insiste sulle coste e la maggior parte dei porti sarà spiazzata dall’innalzamento del livello del mediomare. Dobbiamo prepararci anche a questo, per poter affrontare le grandi sfide dei cambiamenti in atto”.
Il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, ha sottolineato il ruolo di hub strategico svolto dal nostro Paese: “Stiamo vivendo una fase di profonda trasformazione del trasporto marittimo a livello globale. È essenziale creare un sistema che possa essere resiliente alle transizioni in atto. Un sistema che deve essere attento alla sostenibilità, ma garantendo al tempo stesso un solido coordinamento tra tutti i partner mondiali, soprattutto nel settore della logistica. L’intero comparto del trasporto marittimo cresce se c’è questo collegamento su scala globale. È anche importante – ha proseguito il vice ministro – investire di più sulla digitalizzazione, migliorando l’efficientamento e l’interconnettività globale, e assicurare nuovi criteri condivisi in materia di manutenzione e di gestione delle infrastrutture. L’Italia continuerà a essere un hub strategico e sapremo certamente cogliere le sfide della digitalizzazione e della sostenibilità”.
Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto, e Stefano Messina, consigliere Cnel, membro della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, vice presidente di Conftrasporto e presidente di Assarmatori, hanno parlato di come le imprese del settore sappiano coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. “La transizione energetica – ha sottolineato Pasquale Russo – è un tema dominante, soprattutto in Europa, che è l’unico continente al mondo in cui sono stati fissati degli obiettivi temporali. Ma la transizione energetica ha senso solo se prevede un approccio globale, che ricomprenda tutti i paesi, anche quelli che al momento sono disinteressati, come Cina e India. La sostenibilità non può essere solo ambientale, ma anche economica. Le politiche a favore dell’ambiente devono essere a loro volta sostenibili in termini di costi per le imprese. Bene quindi la transizione ecologica, ma è necessario evitare che ne vengano danneggiate le imprese”.
“Le imprese del trasporto e nello specifico quelle attive nel trasporto marittimo – ha dichiarato Stefano Messina – hanno da tempo iniziato a fare la loro parte nell’ottica della decarbonizzazione, anche tramite una sempre crescente professionalizzazione delle risorse umane che richiedono competenze sempre più specifiche. Quello che si chiede alle istituzioni, italiane ma soprattutto europee, è di evitare norme di carattere locale, spesso intempestive, che impattano su un’industria internazionale per definizione. Altrimenti, ben lungi da ridurre le emissioni, l’unico effetto che si ottiene è uno spostamento dei traffici e quindi di lavoro immediatamente al di fuori dei confini del Vecchio Continente. In estrema sintesi: non si possono che condividere gli obbiettivi di questa spinta ambientalista, ma sono sbagliati i tempi e i modi”.
Tra i relatori anche il consigliere Cnel Francesco Riva, Coordinatore della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile: “Questo incontro di oggi organizzato dalla Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile istituita presso il CNEL – ha detto Riva – è il primo di una serie di appuntamenti dedicati a tre ambiti di riferimento della mobilità: marittima, terrestre e aerea. L’obiettivo è avviare un percorso istituzionale di analisi e anche di proposta. Il trasporto marittimo è uno dei cardini della nostra economia, legato alla centralità dell’Italia nel Mar Mediterraneo. Vi sono molti temi fondamentali da affrontare e in primo luogo la formazione delle figure professionali necessarie al settore e la sicurezza sul lavoro”.
All’evento hanno preso parte anche Dario Soria, direttore generale di Assocostieri; Paolo Moretti, amministratore delegato di Rina Services; Roberto Baffigo, a.d. di Velettrica, e Paolo Cremonini, strategic development director di San Giorgio del Porto (Genova Industrie Navali), che si sono confrontati sulle proposte delle aziende fra innovazione tecnologica, soluzioni digitali e combustibili green. In chiusura Gabriella Ancora, presidente della Ciu-Unionquadri, e Bernardino Grignaffini, a.d. di Certego, hanno evidenziato il ruolo della formazione nella transizione digitale con particolare focus sulle sfide della cybersicurezza per il settore.
“Come CIU-Unionquadri – ha dichiarato Gabriella Ancora– ribadiamo con forza che il ruolo delle realtà sindacali oggi, non sia solo quello di promotrici di diritti e tutele, ma anche di competenze complementari al cambiamento tecnologico. La natura della attuale transizione ecologica e digitale apre al sindacato uno spazio di proposizione per molti aspetti inedito, che necessariamente si affianca a quello di difesa e della rivendicazione dei diritti dei lavoratori. È una sfida complessa ma, anche, un’opportunità irriducibile che va colta attraverso la collaborazione con imprese e associazioni datoriali”.
Da un punto di vista dello scenario cyber, i dati dell’Enisa (l’Agenzia della Ue per la cyber sicurezza) evidenziano che, nel periodo giugno 2023 e giugno 2024, il settore dei trasporti è il secondo più colpito (con 10.100 attacchi), dopo la pubblica amministrazione. Più in generale, secondo l’ultimo rapporto del Clusit, la tendenza globale del primo semestre del 2024 evidenzia una significativa crescita degli incidenti, pari al 23%.
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