Assiterminal ha presentato un position paper con l’agenda del 2025
Lavoro, governance portuale, transizioni e regimi fiscali: focus sui grandi temi nazionali (e fuga dalle beghe locali) per i concessionari dei terminal portuali
Genova – In uno scenario di traffici che “per tutto il comparto merci si discosta ben poco dal 2023” e registra la “crescita rilevante” solo di “quello crocieristico”, inevitabile che l’attenzione di Assiterminal si concentri sull’agenda ‘politica’, presentata stamane a Genova a valle del direttivo di fine anno dell’associazione dei terminalisti aderente a Confindustria.
Primo punto del position paper dei terminalisti illustrato dal presidente Tomaso Cognolato con l’ausilio del direttore generale Alessandro Ferrari, è il lavoro. L’auspicio di Assiterminal è per “un unico impianto normativo nazionale che superi la distinzione tra operazioni e servizi portuali (dm 585/95 – dm 132/2001) comprendendo quindi il ciclo delle operazioni portuali in un’unica disciplina, segmentabile”.
Ma il tema forse più caldo è quello dell’impatto sul lavoro portuale dell’automazione delle lavorazioni portuali, col richiamo agli emendamenti presentati con altre sigle del cluster in tema di formazione e accompagnamento all’esodo (e, a quanto risulta, inseriti da più forze politiche fra quelli segnalati per la Legge di bilancio in elaborazione in Parlamento). A ciò si aggiunge la proposta di una “estensione ad attività oggi cd ‘accessorie’ a condizioni di mercato” per gli articoli 17, perché, “i processi di automazione vanno accompagnati” dallo Stato, ricorda allo Stato Assiterminal.
A proposito di amministrazione pubblica, ampia la sezione del paper dedicata alla governance degli enti portuali. Ferma restando la natura giuridica, pubblica e statale, delle Adsp per Assiterminal “il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deve confermare la sua centralità” e se per farlo “è necessario o utile creare o rafforzare un Ente/Agenzia centrale, che si proceda velocemente in tal senso. In quest’ottica, la Conferenza nazionale dei presidenti, allargata alle associazioni nazionali maggiormente rappresentative (sul modello della rappresentanza del Ccnl) potrebbe finalmente assurgere a soggetto di coordinamento formalizzato di una governance di sistema centralizzata”.
Seguono una serie di ritocchi operativi auspicati per l’organo del Comitato di gestione, la figura del presidente e le modalità di pianificazione e soprattutto l’auspicio di ulteriore affinamento in direzione di una maggiore uniformità per regolamento sulle concessioni e regole di redazione del bilancio per i concessionari, oltre a un non meglio precisato “diverso modello di governance per i servizi tecnico-nautici”.
Non mancano due capitoli intestati alle transizioni energetica e digitale, con particolare focus sul cold ironing e l’auspicio “individuare i modelli operativi: concessione ai sensi dell’art 24 reg. nav. mar. (in parallelo a subconcessioni ai sensi dell’art 45 bis cod. nav.) ovvero affidamenti disciplinati dal codice appalti” e ad “agevolare e promuovere forme di cooperazione tra operatori portuali e produttori di energia elettrica”, con l’ipotesi di reperire “risorse utili a agevolare tali percorsi attraverso i meccanismi legati alla tassazione Ets”.
Off topic dedicato alla “riapertura del tema dei regimi fiscali del registro internazionale e della tonnage tax”, da mantenere “perimetrati all’ambito del trasporto marittimo, fatte salve ovviamente le attività ‘ancillari’ del settore crocieristico” (indirizzo che, almeno per la tonnage, pare non lontano da quello governativo).
Ancorché scollegati formalmente fra loro, da riportare, infine, lo spazio concesso durante la presentazione a Marcello Di Caterina direttore generale dell’associazione Alis presieduta da Guido Grimaldi, a sottolineare un legame tanto più significativo quanto più cresce, a dispetto dei proclami di ecumenismo, la polarizzazione del settore (presente anche il presidente della consorella confindustriale Confitarma, Mario Zanetti), e la distaccata risposta alla richiesta di una posizione sul ‘caso Livorno’: “L’associazione a livello nazionale non ha trovato un punto di sintesi, ritenendo che sia materia da affrontarsi liberamente da parte dei singoli associati locali interessati”.
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