Collisione in Nord Europa per la nave Tzarevna di Vulcania (F.lli Cosulich)
La general cargo tristemente nota per essere rimasta bloccata a lungo e bombardata nel porto di Mariupol si è scontrata con una bulk carrier nello stretto di Kattegat
La nave general cargo Tzarevna della società armatoriale Vulcania, azienda controllata dal gruppo Fratelli Cosulich, salita agli onori delle cronache nel recente passato per essere rimasta bloccata nel porto ucraino di Mariupol dopo lo scoppio della guerra con la Russia e subendo anche un bombardamento, è ora rimasta vittima di una collisione con una nave da carico turca nello stretto di Kattegat che separa Svezia e Danimarca. A riferirlo sono stati funzionari dello Stato di bandiera della nave (Malta).
Secondo fonti di stampa estera la Tzarevna era in viaggio tra lo Jutland e la Svezia giovedì sera, diretta a San Pietroburgo, quando, intorno alle ore 22.30, è entrata in collisione con la Erdogan Bey, una nave da carico turca da 50.000 tonnellate di portata lorda. Non sono stati segnalati feriti o inquinamenti ed è in corso un’indagine sulle cause del sinistro, condotta dalle autorità danesi.
L’operatore della Tzarevna ha dichiarato al sito bulgaro maritime.bg che la collisione ha provocato pochi danni; tuttavia, un portavoce delle forze armate danesi ha riferito che la prua della Tsarevna è stata danneggiata. La nave ha gettato l’ancora al largo del porto danese di Aarhus.
Il gruppo Fratelli Cosulich a SHIPPING ITALY ha fatto sapere quanto segue: “Confermiamo che si è verificato un incidente che ha coinvolto la m/n Tzarevna durante il transito su rotte opposte con la m/n SSI Erdogan Bey. La m/n Tzarevna è di proprietà della società controllata Vulcania S.r.l. e attualmente in bareboat charter alla società Naviborn Ltd”. Dal quartioer generale genovese di Cosulich poi aggiungono: “Secondo le prime ricostruzioni raccolte, entrambe le navi stavano navigando con precedenza a dritta, quando, all’ultimo momento, la m/n SSI Erdogan Bey ha modificato la sua rotta a sinistra, non lasciando spazio per effettuare una manovra anticollisione. È stato immediatamente stabilito un contatto via VHF con l’altra nave e con le autorità costiere. Entrambe le unità risultano galleggianti e non sono stati segnalati feriti. Le autorità costiere sono attualmente in arrivo per procedere con le valutazioni necessarie”.
Dalla società armatrice infine aggiungono: “La m/n Tzarevna ha riportato danni visibili a prua, in particolare nell’area dell’ancora di dritta. Le valutazioni preliminari indicano che i danni sembrano limitati alla parte al di sopra della linea di galleggiamento, ma sono in corso ulteriori verifiche per confermare l’entità. La sicurezza del nostro equipaggio e la tutela dell’ambiente rimangono la nostra massima priorità mentre ci assicureremo che le parti rimangano a disposizione pienamente con le autorità competenti per far luce sull’accaduto”.
Nel marzo 2022, la Tzarevna era stata catturata nel porto di Mariupol quando le forze russe hanno preso la città, e la nave e il suo equipaggio sono stati trattenuti dai separatisti allineati alla Russia. All’epoca, l’armatore italiano Fratelli Cosulich dichiarò ai media locali che le forze della Repubblica di Doneck, sostenute dai russi, avevano fatto un’offerta per acquistare la nave, ma “a un valore ridicolo” che equivaleva a un “ricatto”.
A novembre del 2022, dopo circa 9 mesi di ‘sequestro’, la nave dry bulk carrier Tzarevna aveva potuto lasciare il porto di Mariupol dove si trovava bloccata con a bordo un carico di 15.000 tonnellate di bramme. Nel porto di Varna, in Bulgaria, era stata sottoposta a lavori per riparare i segni del bombardamento subito.
Questa nave per alcune settimane è stata anche a rischio di ‘nazionalizzazione’ da parte dell’autoproclamatasi Repubblica Popolare di Doneck ma l’attenzione mediatica sollevata da Augusto Cosulich e i conseguenti interventi diplomatici avevano lasciato in stallo la situazione fino alla notizia della ripartenza dallo scalo di Mariupol.
N.C.
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