Da riaffidare la perizia sui depositi chimici in porto a Genova
Il dipartimento del Politecnico di Torino ha rinunciato all’incarico del Consiglio di Stato nell’ambito dell’appello contro la sentenza del Tar che aveva stoppato il trasferimento di Superba a Sampierdarena
Rischiano di allungarsi i tempi per la sentenza del Consiglio di Stato sul caso del trasferimento dei depositi chimici di Superba (Gruppo Pir) e Attilio Carmagnani dal quartiere genovese di Multedo (a tergo del Porto Petroli) al Ponte Somalia, nel bacino del porto storico di Sampierdarena.
Secondo quanto riferito da alcune delle parti in giudizio (la notifica non è stata ancora pubblicata), infatti, il consulente tecnico individuato dai giudici di Palazzo Spada, il professore Davide Fissore, Coordinatore Collegio di Ingegneria Chimica e dei Materiali del Politecnico di Torino, avrebbe rimesso l’incarico affidatogli a metà novembre. Ignote le ragioni. Il Consiglio di Stato dava a Fissore (al momento impossibile da contattare) “ampia facoltà di subdelega nell’ambito della struttura” universitaria: difficile pertanto che il ripensamento attenga a una valutazione sulla specificità della materia e su una possibile incompetenza.
Il Consiglio di Stato era stato appellato dall’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale, dal Commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto Polcevera (Marco Bucci, neogovernatore ligure ed ex sindaco di Genova) e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per cassare la sentenza con cui il Tar di Genova, accogliendo i ricorsi di Saar, Sampierdarena Olii, Silomar e svariati cittadini, aveva nel maggio scorso annullato gli atti prodromici all’operazione caldeggiata da Bucci (che vi aveva apposto anche 30 milioni di euro delle risorse commissariali). I giudici dovrebbero individuare un nuovo consulente alla fine di gennaio, con evidente slittamento dei tempi se al perito verrà confermata la tempistica di quattro mesi e mezzo per il deposito della propria relazione.
Oltre alla giustizia amministrativa, sulla procedura autorizzativa seguita si era mossa anche quella penale, con l’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica. L’ipotesi degli inquirenti è che il rilascio del Nulla osta di fattibilità da parte del Comitato tecnico regionale sia stato frutto di pressioni sui funzionari che lo sottoscrissero.
A.M.
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