Nel decreto Milleproroghe escluso l’arruolamento a bordo dei marittimi
Tentativi in corso per ripristinare in sede di conversione in legge la misura di semplificazione che era stata introdotta durante l’emergenza Covid
Dallo scorso 1° gennaio non è più possibile l’arruolamento dei membri dell’equipaggio direttamente da parte del comandante della nave, dell’armatore o di un suo procuratore. La misura di semplificazione era stata introdotta nel marzo 2020 all’interno del cosiddetto decreto “Cura Italia”, in piena emergenza pandemica, per evitare, in un periodo caratterizzato dalle numerose limitazioni alla mobilità, lungaggini burocratiche negli uffici delle Capitanerie di Porto, e prevedeva comunque l’obbligo di procedere alle annotazioni e alle convalide previste dal Codice della Navigazione.
Tale disposizione, proprio in ragione della sua efficacia e del fatto che veniva implementata a costo zero per le casse dello Stato, era stata rinnovata di anno in anno all’interno dei classici decreti ‘Milleproroghe’, ed è stata anche inserita, con l’obiettivo di renderla strutturale, nell’ambito del più ampio processo di semplificazione normativa in corso presso il Ministero delle Infrastruttura e dei Trasporti, il Ministero per le Politiche del Mare e la Protezione Civile ma anche in Parlamento attraverso la presentazione di Disegni di Legge in tal senso, come l’ormai noto ‘Dl Malan’.
Per il 2025, invece, questa norma non è stata introdotta nel ‘Milleproroghe’: così da ormai più di una settimana si è tornati indietro di quattro anni, con l’arruolamento dei membri dell’equipaggio e del personale addetto ai servizi complementari di bordo che deve essere effettuato, “a pena di nullità, per atto pubblico ricevuto, nella Repubblica, dall’autorità marittima, e, all’estero, dall’autorità consolare”, come prevede l’articolo 328 del Codice della Navigazione.
Esiste tuttavia ancora una possibilità che tale norma possa essere resa valida anche per l’anno in corso, in attesa che vadano a compimento i tentativi governativi e parlamentari di renderla strutturale all’interno dell’ordinamento italiano: il decreto Milleproroghe deve infatti ancora essere convertito in legge ed è in tale sede che potrebbero trovare accoglimento alcuni emendamenti che ne chiedono proprio il rinnovo, puntando sul fatto che non sono previsti aggravi economici e che tale misura aveva consentito di abbattere una delle barriere burocratiche si frappongono fra domanda e offerta di lavoro nell’ambito del trasporto marittimo.
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