Le navi battenti bandiera falsa sono raddoppiate in meno di due anni
Il Regno Unito a capo di un’azione di altri 21 Paesi presso l’Imo per cercare di arginare il fenomeno
Il Regno Unito ha promosso presso l’Imo, l’Organizzazione Marittima Internazionale, un tentativo per eliminare le navi battenti bandiera falsa, cercando di arginare un fenomeno che sta dilagando.
In un documento presentato al comitato legale dell’Imo, con il sostegno di altri 21 Paesi, il Regno Unito ha dichiarato che il numero di navi che issano una bandiera falsa è più che raddoppiato in meno di due anni, raggiungendo le 223 unità nell’arco di soli 22 mesi. Il fenomeno colpisce maggiormente le petroliere e le navi da carico.
“Questo dimostra chiaramente che la registrazione falsa delle navi e i registri fraudolenti del naviglio – si legge nel documento – hanno un impatto negativo in termini di sicurezza marittima, sicurezza, conseguenze ambientali e soprattutto sull’elemento umano, in particolare sui marittimi a bordo delle navi registrate in modo fraudolento”.
Dall’indagine è emerso che molti Stati di bandiera non dispongono di risorse sufficienti, mentre la decisione di alcuni Paesi di esternalizzare l’amministrazione della bandiera sarebbe una delle ragioni che hanno portato all’aumento del fenomeno delle navi battenti una finta bandiera.
Il Regno Unito, a capo della delegazione di 22 Paesi, ha dichiarato che sono necessarie delle linee guida per aiutare le bandiere e gli Stati in via di sviluppo a migliorare la qualità e gli standard di registrazione, prevenendo così potenziali frodi.
I primi effetti dell’azione di contrasto si sono avuti lo scorso anno, quando prima della riunione del comitato legale, il segretariato dell’Imo ha messo in guardia da due registri navali che ritiene fraudolenti. Al centro delle critiche ci sono le bandiere amministrate presumibilmente per conto della Guyana e dell’Eswatini.
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