Il porto di Ravenna in rivolta per il declassamento dell’Ufficio delle Dogane
Regione Emilia Romagna sostiene la protesta del cluster locale ricordando che lo scalo genera un gettito erariale di due miliardi di euro l’anno tra dazi e Iva
La decisione di declassare l’Ufficio delle Dogane di Ravenna da prima a terza fascia “è un errore strategico gravissimo, che rischia di penalizzare pesantemente il porto e con esso l’intero sistema economico regionale e nazionale”. Queste le parole del presidente della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale, alla notizia del provvedimento deciso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
“Ravenna – commenta il presidente – con un gettito erariale di due miliardi di euro l’anno tra dazi e Iva, rappresenta un punto cruciale per il traffico merci e passeggeri dell’Adriatico e non può essere trattata alla stregua di realtà logistiche di minore portata. È incomprensibile che tra i principali scali del nord Adriatico, solo Ravenna sia stata esclusa dalla prima fascia, pur in presenza di volumi operativi e criticità che richiederebbero risorse e strutture di primo livello. Il provvedimento – continua il governatore – basato su criteri evidentemente non ponderati in maniera adeguata, ignora la complessità del lavoro portuale. A ciò si aggiunge l’assurdità di una riorganizzazione che, invece di supportare il rilancio infrastrutturale e logistico del porto di Ravenna, motore dello sviluppo regionale, nazionale nonché uno dei principali scali europei, rischia di creare disagi operativi e normativi, come giustamente denunciato dalle associazioni di spedizionieri, terminalisti e industriali, oltre che dai funzionari doganali”.
“La Regione Emilia-Romagna – conclude de Pascale – ben consapevole del ruolo strategico del porto di Ravenna, non resterà a guardare. Ci uniamo alle tante voci di protesta e alle preoccupazioni degli operatori del settore per chiedere un immediato intervento politico volto a correggere questa decisione. Il declassamento di Ravenna contrasta con gli sforzi fatti negli anni per potenziare lo scalo attraverso il Progetto Hub, la Zona Logistica Semplificata (Zls) e altre iniziative infrastrutturali fondamentali per la competitività del territorio. Sollecitiamo dunque il Governo a rivedere subito il provvedimento per restituire al porto di Ravenna la centralità che merita: non possiamo accettare decisioni che mortificano il futuro della nostra economia e la sicurezza di una tale infrastruttura strategica per il territorio e per l’intero Paese”.
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