“Il porto di Genova si è rivelato non adatto ad accogliere le grandi navi portacontainer”
Dure critiche di Donati (Cosco) alle limitazioni e alle criticità con cui devono fare i conti le grandi Ulcv da 20.000 che da un anno scalano anche Spezia

A un anno esatto di distanza dalla decisione di portare nei porti dell’Alto Tirreno (Genova e La Spezia) le grandi navi portacontainer da 20.000 Teu, a seguito degli stravolgimenti imposti dalla scelta obbligata di circumnavigare l’Africa (per l’insicurezza in Mar Rosso) sul trade fra Estremo Oriente e Mediterraneo, la compagnia di navigazione cinese Cosco traccia un bilancio che è a dir poco critico: “Potessimo tornare indietro forse sarebbe stato meglio non farlo”.
La bocciatura arriva da Marco Donati, general manager di Cosco Shipping Italy, che spiega più in dettaglio le ragioni di queste esternazioni. “In attesa di vedere quale sarà l’evoluzione in Mar Rosso e di capire se dalla prossima estate si tornerà a transitare attraverso il canale di Suez, nel frattempo Cosco continua a circumnavigare l’Africa con le grandi navi portacontainer e manterremo gli scali nei porti toccati finora ma, se mi si chiede di fare un bilancio, non può che essere particolarmente critico” spiega il top manager della shipping company cinese. Le ragioni? “Al porto di Genova Pra’ – dice – queste navi hanno dovuto subire delle attese in rada che talvolta si sono prolungate fino a sette giorni, possono entrare in porto solo se non c’è vento e serve un kilometro di banchina libera affinché venga autorizzato l’ormeggio per ragioni di sicurezza. Il porto si è dimostrato inefficiente e non voglio addossare la colpa a nessuno ma è un fatto che le navi portacontainer da 20.000 Teu a Genova non possono essere lavorate come si dovrebbe. Navi che costano e valgono un sacco di soldi non possono stare in rada ad attendere per dei giorni”. Nel mirino delle critiche c’è tutto il cluster portuale: dai terminalisti, ai servizi tecnico-nautici, all’autorità marittima, fino alla port authority.
Quella di Donati vuole essere una critica mirata a stimolare un confronto e uno spirito costruttivo: “A cosa serve spendere miliardi di euro per spostare una diga e migliorare l’accessibilità nautica se poi le grandi portacontainer devono fare i conti con problematiche di questo tipo anche quando le infrastrutture ci sono? Il nostro esperimento devo dire che non ha ottenuto i risultati sperati per il servizio offerto dalla portualità genovese. Vorrei che ci sedessimo a un tavolo per cercare di risolvere queste criticità e perché speriamo che la situazione migliori. Noi come compagnia l’impiego di queste grandi navi sull’Italia vorremo mantenerlo”.
Se Atene piange, anche Sparta non ride molto. “A La Spezia le condizioni meteo-marine sono leggermente migliori ma in questo momento anche lì ci sono limitazioni imposte dai lavori necessari per il consolidamento della banchina del Molo Fornelli” aggiunge il vertice di Cosco Shipping Italy.
Donati riserva parole al miele invece per il Salerno Container Terminal dove “si lavora bene, hanno investito in gru e mezzi di piazzale gommati che consentono di dare un ottimo servizio. Avendo messo su Salerno anche un servizio con il Nord America di Ocean Alliance riusciamo a fare un po’ di transhipment con altre linee intra-Med”. A proposito di trasbordo di container e di Salerno, Cosco da qualche mese ha avviato una collaborazione con la compagnia di navigazione tunisina Ctn (Cotunav) per il trasporto di container a bordo di navi ro-ro fra lo scalo campano e Tunisi. “Le navi impiegate non ci consentono una grande offerta di trasporto container ma questo limite viene compensato dall’elevata frequenza e dalla velocità del servizio che comunque ci garantisce una capacità sufficiente per i volumi di cui si parla” conclude Donati.
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