Rixi preannuncia un taglio delle Adsp che non raggiungono il pareggio di bilancio
Il viceministro anticipa una misura che “non porterà consenso” ma che intende comunque portare avanti per rendere la portualità italiana meno frammentata

“Le Autorità di Sistema Portuale sono troppe”. “Se in questa prima fase la razionalizzazione delle risorse non porterà ad una riduzione degli organi di governo dei porti, sicuramente ci sarà la necessità di prevedere che cessino di esistere quelle Autorità Portuali che non riescano a mettere a posto i bilanci per x anni”. “Questa proposta non mi porterà consenso, ma si tratta di una battaglia che voglio portare avanti”.
Per le Autorità di sistema portuale che non si sostengono economicamente da sole (perchè le uscite sono maggiori delle entrate) si prevedono tempi duri, forse la loro cancellazione e più probabilmente l’accorpamento con altre più solide finanziariamente.
Ad annunciarlo, durante la sua visita in porto a Livorno è stato Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti recatosi in terra toscana in visita istituzionale all’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale. A riportare la parole dell’esponente leghista di Governo è Port News, magazine della stessa port authority toscana, che ha riportato il pensiero e le idee del viceministro sull’attuale modello di governance della portualità italiana espresse di fronte agli operatori portuali livornesi riuniti nel quartier generale dell’Ente Portuale per un momento di confronto costruttivo sul ruolo del porto di Livorno.
“Per me siete un porto particolarmente importante e ho la necessità che Livorno diventi un elemento di traino del Paese. Ci sono, invece altre Adsp che hanno meno carte da giocarsi” ha detto Rixi, che poi ha rincarato la dose. “Avere 16 Adsp in questo Paese è stata, a mio avviso, una scelta irrazionale anche se politicamente comprensibile. Alcune Autorità Portuali hanno difficoltà a raggiungere il pareggio di bilancio, altre dispongono di risorse che non utilizzano completamente”.
Parole che riportano la memoria al tema (caro alla Lega) dell’autonomia differenziata.
“Il mio interesse è quello di aumentare i flussi di traffico da e per i porti italiani, fare in modo che tra cinque anni l’Italia diventi il primo paese europeo per capacità marittima” ha sottolineato il viceministro, precisando che “il complesso dei nostri porti deve essere in grado di generare un’offerta paragonabile a quella di Rotterdam. Oggi non è così, e questo è un limite”.
Questa la conclusione di Rixi: “Il nostro Paese deve cominciare a sfruttare meglio la propria posizione geografica, vivendo non soltanto di rendite di posizione ma investendo sui rapporti internazionali”.
Durante la visita istituzionale al porto di Spezia il viceministro ha invece parlato delle nomine dei presidenti di Autorità di sistema portuale dando alcune informazioni precise. “Voglio presidenti che siano votati dall’intero arco costituzionale. Non mi appassiona il tema se il nuovo presidente sia spezzino o meno. Dovrà essere uno bravo. Entro metà marzo ci saranno le singole nomine dove sono trovate le intese”. Non con tutte le regioni, però, le intese sono già state trovate. “Sui tempi mi sono dato un termine” ha aggiunto. “Se entro una certa data non ci sarà una condivisione, arriverà un’imposizione. Io non voglio essere quello che non ha provveduto alle nomine. Gli scali sono un patrimonio nazionale. Le sintesi vanno trovate in tempo utile dopodiché si decide. Essere dialoganti è un tema non trovare una soluzione è un altro che non mi appartiene. Non posso tenere uno scalo senza presidente a vita”.
A proposito degli identikit il viceministro ha detto: “I nuovi presidenti avranno ruoli leggermente diversi perché il Paese deve fare squadra. Lo scenario politico mondiale cambia rapidamente. Serve un quadro di investimenti stabili che allinei porti, strade e ferrovie. Serve anche un centro direzionale nazionale unico con un coordinamento fisso su porti e dragaggi. Tutti i nostri scali messi insieme sono oggi inferiori a Rotterdam il futuro deve cambiare. Va superato anche il sistema attuale dei piani regolatori portuali e dei dragaggi, serve una regia”.
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