Trump pensa a nuovi dazi anti-Pechino sulle navi in arrivo nei porti Usa
Proposta dell’Ustr per maxi-penalizzazioni all’utilizzo nei porti nazionali di navi non solo gestite da società cinesi ma anche semplicemente costruite in Cina

Anche la navalmeccanica sarà uno dei campi su cui l’amministrazione Trump proverà a contrastare la crescita cinese degli ultimi anni.
Come riportato dalla stampa statunitense, infatti, l’ufficio del U.S. Trade Representative della Casa Bianca ha iniziato a esaminare i modi per implementare la Sezione 301 del Trade Act del 1974 per contrastare la strategia di dominio della Cina nel settore delle spedizioni marittime già nel 2024. La legge conferisce al presidente ampia autorità per agire contro le nazioni straniere che adottano pratiche commerciali sleali. La norma è stata ampiamente utilizzata in passato per contrastare la pratica degli esportatori cinesi di vendere beni sottocosto per guadagnare quote di mercato.
“Lo U.S. Trade Representative ha stabilito che il fatto che la Cina prenda di mira i settori marittimo, logistico e cantieristico per ottenere il predominio è irragionevole e grava o limita il commercio degli Stati Uniti, e quindi è perseguibile” ha scritto l’U.S. Trade Representative in un avviso del Federal Register. Da qui la proposta di un set di contromisure di natura daziaria, tutte estremamente gravose per i destinatari, non solo cinesi.
Si prevede infatti che ogni scalo portuale negli Stati Uniti per qualsiasi nave gestita da interessi cinesi sia soggetto o a una tariffa di un milione di dollari per nave, per qualsiasi nave di qualsiasi dimensione, dai rimorchiatori alle Vlcc, oppure di 1.000 dollari per tonnellata di portata lorda. Ogni scalo in un porto statunitense per ogni nave costruita in Cina, ma gestita da interessi non cinesi, sarà soggetto a una tariffa fino a 1 milione di dollari, a seconda della percentuale di navi costruite in Cina nella flotta di quell’operatore. Gli operatori che hanno nuove costruzioni in ordine in Cina dovranno affrontare tariffe aggiuntive fino a 1 milione di dollari per scalo in un porto. Se un operatore possiede una nave costruita negli Stati Uniti, ogni scalo in un porto di quella nave negli Stati Uniti potrebbe generare un rimborso fino a 1 milione di dollari per ingresso. Non sono stati forniti dettagli specifici per le dimensioni minime della nave, il volume del carico, la distanza del viaggio o la durata dello scalo in un porto.
La proposta include anche un meccanismo per far sì che una percentuale crescente (1% entro quest’anno, 3% entro il 2027, 5% entro il 2028 e 15% entro il 2032) di esportazioni statunitensi venga trasportata su tonnellaggio battente bandiera statunitense e una parte (5% entro il 2032) su navi costruite negli Usa. L’U.S. Trade Representative non ha specificato se la percentuale di merci esportate dagli Stati Uniti sarebbe misurata in base al tonnellaggio o al valore in dollari.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY
SHIPPING ITALY E’ ANCHE SU WHATSAPP: BASTA CLICCARE QUI PER ISCRIVERSI AL CANALE ED ESSERE SEMPRE AGGIORNATI