Con l’operazione Hutchison Msc sarà anche il primo terminalista del globo
Secondo Drewry il colosso svizzero supererà ogni competitor, anche se potrebbero sorgere problemi antitrust per Panama, Rotterdam e Spagna

La recente operazione di compravendita del controllo degli asset terminalistici (Cina e dintorni esclusi) del gruppo Ck Hutchison (43 terminal in 23 paesi) da parte della cordata formata da Blackrock e Til farà di Msc, già primo armatore al mondo e azionista controllante della stessa Til, anche il primo terminal operator del pianeta.
Secondo Drewry, l’attuale portafoglio di Msc, che comprende una quota del 70% in Terminal Investment Limited, la piena proprietà di Africa Global Logistics e vari terminal italiani tramite Marinvest, ha gestito oltre 70 milioni di teu nel 2023.
“L’accordo proposto consentirà a Msc di scavalcare altri importanti attori del temrinalismo e di assicurarsi il primo posto nella classifica degli operatori di terminal globali stilata ogni anno da Drewry, garantendo al vettore di container con sede in Svizzera una rete veramente globale di terminal per container” sottolinea Eleanor Hadland , analista capo per porti e terminal di Drewry.
Tuttavia, gli ostacoli normativi potrebbero complicare l’acquisizione. L’analisi di Drewry rivela che le principali aree che destano preoccupazioni di natura antitrust includono Panama, dove TiL detiene già interessi significativi in competizione con quelli di Hutchison, Rotterdam, dove l’accordo potrebbe influenzare la concorrenza nell’Europa nord-occidentale; e la Spagna, dove entrambe le società mantengono una presenza significativa nei terminal container.
Drewry nota che la partnership sfrutta una relazione di lunga data tra Msc e Global Infrastructure Partners, ora di proprietà di Blackrock. La quota iniziale del 35% di Gip in Til, acquisita nel 2013 e attualmente al 20%, si è dimostrata cruciale per l’espansione di Til.
“Questo accordo sembra essere una vittoria importante per Msc, che si assicura capacità aggiuntiva in diversi mercati chiave” conclude Hadland. “Tuttavia, ci aspettiamo che i processi normativi si estendano per almeno un anno e prevediamo che le autorità per la concorrenza si interesseranno in modo particolare ai mercati dell’Europa nord-occidentale, della Spagna e di Panama”.
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