Raddoppio del Ferrobonus in vista
Il piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria di prossima adozione governativa dovrebbe contenere lo stanziamento di 30 milioni di euro annui aggiuntivi per lo shift modale

Le attuali risorse previste per il finanziamento del ferrobonus (22 milioni annui fino al 2026 cui aggiungere quanto stanziato con l’ultima legge di bilancio) potrebbero presto raddoppiare.
Secondo quanto risulta a SHIPPING ITALY, infatti, il Governo sarebbe intenzionato a rafforzare la misura con 60 milioni di euro (equamente suddivisi fra 2025 e 2026). Il contenitore dovrebbe essere il “Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria” che, con un decreto legge convertito lo scorso novembre, l’esecutivo s’è impegnato ad adottare, in risposta a tre procedure d’infrazione aperte dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per superamento dei limiti di concentrazione di inquinanti nell’aria.
Quella relativa al PM10 nell’aria si trova in uno stadio più avanzato delle altre, ovvero di lettera di costituzione in mora, per mancata esecuzione della sentenza della Corte di giustizia del 2020 che aveva disposto l’obbligo per l’Italia di “adottare senza indugio piani relativi alla qualità dell’area, elaborando misure appropriate affinché il periodo di superamento dei limiti di concentrazione fosse “il più breve possibile”. Da qui l’urgenza dell’adozione del piano e la contestuale istituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio per coordinarne la stesura coi vari ministeri interessati.
A presiederla il direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Centro nazionale ricerche) Francesco Petracchini, che a SHIPPING ITALY spiega come ci siano buone possibilità per l’Italia di evitare le milionarie sanzioni ventilate da Bruxelles, che aveva chiesto l’invio del piano entro lo scorso 7 gennaio: “Il piano è pronto, ancorché non ancora ufficialmente chiuso dato che occorre formale approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Ad ogni modo abbiamo avviato l’interlocuzione informale con la Commissione e il riscontro è stato positivo”.
Secondo quanto confermato da fonti che a Bruxelles hanno visionato il piano approntato da Petracchini e per il momento sottoposto alle autorità comunitarie in via solo informale, fra le misure proposte ci sarebbe appunto il potenziamento del Ferrobonus, su cui Bruxelles, che ha formalmente approvato lo strumento fino a tutto il 2027, non avrebbe avuto da obiettare. Una volta ottenuto l’ok del Cdm, la road map concordata con Bruxelles prevedrebbe l’invio formale del Piano alla Commissione entro un mese al massimo e l’attuazione delle relative misure entro i successivi 6 mesi.
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