Molestie a bordo delle navi? “Problema reale”
Per Usclac-Uncdim-Smacd “far crescere il numero delle donne a bordo è un elemento determinante non solo per un discorso di parità di genere ma anche per dare un impulso verso l’innovazione e il progresso del trasporto marittimo”

Esiste un problema di molestie per gli equipaggi a bordo delle navi? A questa domanda ha cercato di dare risposta il presidente di Usclac, il comandante Emanuele Bergamini, intervenendo nei giorni scorsi a Villa Borbone a Viareggio in un momento di “formazione per formatori” all’interno del progetto I-YEP Improving yacht excellence profiles, programma interreg marittimo Italia-Francia organizzato dalla Provincia di Lucca che ha visto coinvolto l’Its Fondazione Isyl-Italian Super Yacht Life, Navigo e le scuole italiane e francesi a confronto sulle normative e sull’argomento dell’harassment.
“Sulle navi mercantili di regola non c’è un ambiente tossico – ha esordito Bergamini – l’organizzazione del lavoro a bordo oggi non è più narrabile con i luoghi comuni con cui di solito ci si avvicina alle storie di mare”.
“Come in tutti i contesti in cui diversi esseri umani stanno a stretto contatto fra di loro – ha sottolineato il sindacato dei comandanti – spesso per periodi di tempo prolungati, il problema delle molestie, sessuali o meno, però è reale e sarebbe stupido far finta che non fosse così.
Spazi ridotti a bordo, scarsa privacy, carichi di lavoro pesanti e stress sono elementi che possono portare a situazioni potenzialmente pericolose da questo punto di vista: scarsa coesione fra i membri dell’equipaggio, magari di nazionalità differenti, portano alla formazione di ‘gruppetti’ di tipo etnico, e dalla battuta scherzosa ai commenti razzisti o peggio alle molestie il passo a volte è breve”.
Usclac evidenziato che il numero di donne a bordo di navi mercantili varia fra lo 0,2% (dati Imo) e l’1%, a seconda delle fonti, ed è chiaro che questa percentuale andrebbe incrementata. “Diverso per fortuna il discorso per navi da crociera e traghetti, dove la presenza femminile è significativamente maggiore” secondo il sindacato.
International Maritime Organization (Imo), International Chamber of Shipping (Ics) e International Transport Workers’ Federation (Itf) si sono mosse da tempo per favorire l’aumento della percentuale di donne all’interno degli equipaggi, un aspetto sui cui anche il sindacato Usclac-Uncdim-Smacd è attivo da diversi anni.
“Far crescere il numero delle donne a bordo è un elemento determinante non solo per un discorso di parità di genere ma anche per dare un impulso verso l’innovazione e il progresso del trasporto marittimo. Frapporre ostacoli al lavoro delle donne a bordo è una perdita di professionalità che l’industria dello shipping oggi non si può permettere. Inoltre più alta è la presenza femminile su una nave più si crea coesione e ci si difende meglio dalle molestie” ha concluso Bergamini.
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