Bruxelles promuove l’Ets per le navi: “Nessuno spostamento di attività verso porti extra-europei”
La Commissione Europea ha pubblicato due rapporti sull’attuazione dei certificati bianchi introdotti dallo scorso anno e sulla possibile futura estensione anche alle navi più piccole

Il primo rapporto sull’attuazione dell’estensione del sistema Ets (Emission trading system) al trasporto marittimo non evidenzia prove significative di tendenze all’evasione o all’elusione. La relazione sulla revisione del sistema di monitoraggio, comunicazione e verifica (Mrv) marittimo dell’Ue evidenzia le opportunità e le sfide legate alla possibile inclusione di navi più piccole nel sistema Mrv dell’Unione Europea.
Doppia doccia fredda per gli armatori dalla Commissione Europea che ha appena pubblicato la sua prima relazione (25 pagine) sull’attuazione del sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue (ETS) esteso dal 1 gennaio 2024 anche al trasporto marittimo e fin da subito osteggiato soprattutto dai terminal container di transhipment e dalle compagnie di navigazione che trasportano ro-ro e box. La relazione fornisce un’analisi iniziale degli impatti di questo recente sviluppo politico che riguarda circa 12.000 grandi navi ed è finalizzata a garantire il contributo del trasporto marittimo agli obiettivi climatici dell’Ue.
Una nota della Commissione spiega che il rapporto esamina specificamente il potenziale rischio di evasione ed elusione ma il risultato è che non si trova alcuna prova di cambiamenti importanti nel mercato direttamente attribuibili all’introduzione dell’Ets. “Ad esempio – si legge – l’analisi dei dati sul traffico non mostra prove di una tendenza generale nella ricollocazione delle attività di trasbordo di container, né porta alla luce prove chiare che suggeriscano che le compagnie di navigazione stiano aggiungendo fermate nei porti extra-UeE limitrofi”.
In Italia il porto di Gioia Tauro, il principale hub di transhipment italiano per i container che più di ogni altro temeva gli effetti dell’Ets, nel 2024 ha incrementato dell’11% i box imbarcati sfiorando i 4 milioni di Teu e facendo segnare il nuovo record storico.
“Inoltre – aggiunge Bruxelles nela suo rapporto – i dati non forniscono prove di uno spostamento modale verso il trasporto su strada o di un aumento dell’uso di navi più piccole, che potrebbero aver suggerito un comportamento evasivo. Analogamente, gli indicatori di lungo periodo, tra cui annunci di rotte e investimenti pianificati nei porti, non rivelano tendenze che possano indicare un cambiamento generale nel comportamento del mercato dovuto all’estensione dell’Ets, nonostante l’identificazione di alcuni casi isolati di potenziale elusione. Inoltre, il rapporto non trova prove di servizi di spedizione ridotti verso le isole o le regioni ultraperiferiche dell’Ue”. Un case study analizzato riguarda le autostrade del mare fra Italia e Spagna.
Nel rapporto vengono anche evidenziati i limiti dell’analisi (ad esempio gli impatti della crisi del Mar Rosso sul traffico marittimo, il tempo limitato di applicazione dell’Ets al settore o la disponibilità dei dati) nonché la necessità di interpretare con cautela i risultati emersi. Per questo la Commissione Europa si impegna a continuare le sue attività di monitoraggio, cercando attivamente il supporto e la collaborazione degli Stati membri, delle agenzie e delle parti interessate per identificare rapidamente nuove tendenze, modelli e problemi emergenti.
Parallelamente Bruxelles ha fatto sapere di aver ha adottato un altro rapporto marittimo finalizzato a valutare la potenziale inclusione di piccole navi tra 400 e 5 ì.000 tonnellate di stazza lorda nell’ambito del regolamento UE per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica (Mrv) delle emissioni di gas serra (Ghg) nel trasporto marittimo.
L’analisi identifica che oltre 5.300 imbarcazioni minori, che emettono circa 11 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, non sono attualmente coperte dalla legislazione. Includere queste unità potrebbe aumentare la quantità di emissioni interessate dalla legislazione di circa il 9%, espandendo al contempo il numero di navi regolamentate di circa il 42%.
“In linea con l’impegno della Commissione di evitare oneri amministrativi sproporzionati, l’analisi ha esaminato il costo amministrativo delle procedure Mrv” spiega l’Europa. “Si prevede – si legge – che i costi amministrativi ricorrenti annuali correlati a Mrv per le imbarcazioni più piccole siano simili, se non leggermente superiori, rispetto a quelli per le imbarcazioni più grandi. Di conseguenza, l’equilibrio tra costi amministrativi ed emissioni di gas serra aggiuntive monitorate è meno favorevole per le imbarcazioni più piccole. A sua volta, il rapporto rileva che il valore attuale netto dei costi amministrativi aggiuntivi per le aziende e le autorità competenti è superiore al potenziale monetario di risparmi sulle emissioni di gas serra attribuibili al solo regolamento marittimo Mrv. Tuttavia, l’analisi suggerisce che questi risultati potrebbero cambiare se si considerassero i risparmi sulle emissioni di gas serra derivanti dalla possibile integrazione di imbarcazioni più piccole in altre politiche di mitigazione dei gas serra, come l’Eu Ets e FuelEu. Una valutazione di questi potenziali benefici aggiuntivi sarà presa in considerazione nel contesto della revisione del 2026 della direttiva Eu Ets”.
Entrambi gli studi sono il risultato di uno sforzo collaborativo da parte di un consorzio di appaltatori, dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima e dei servizi della Commissione, che ha compreso discussioni con esperti degli Stati membri e parti interessate sull’attuazione del sistema Ets.
La nota di Bruxelles specifica infien che questi due documenti appena presentati seguono la pubblicazione del rapporto della Commissione del 2024 sulle emissioni di CO2 del trasporto marittimo, che fornisce un confronto completo dei dati e un’analisi delle tendenze delle emissioni e dell’efficienza energetica nel corso degli anni.
N.C.
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