Cambiaso Risso a confronto a Napoli con gli armatori del trasporto passeggeri (VIDEO)
Seminario a Napoli con i membri dell’Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri incentrato su polizze, nuovi contratti e con l’auspicio di aumentare il salario dei marittimi

Napoli – Ha fatto tappa in Campania, a Napoli, la tournée della società di brokeraggio assicurativo Cambiaso Risso Marine che continua così il suo giro dell’Italia che ha toccato prima anche la Sardegna per incontrare società armatoriali e proporre loro le migliori soluzioni e coperture che proteggano il naviglio, l’equipaggio e i passeggeri trasportati. La branch napoletana di Cambiaso Risso diretta da Raffaello Esposito ha infatti riunito gli armatori del trasporto passeggeri del naviglio cosiddetto “minore”, ovvero diretto alle isole del Golfo, che proprio all’ombra del Vesuvio vede la maggior concentrazione di compagnie che lavorano in questo settore.
Mauro Iguera, amministratore delegato di Cambiaso Risso Group, ha presentato la fotografia di una società in crescita, che nel 2024 ha finalizzato 80 nuove assunzioni e che oggi conta 400 persone dislocate in 13 uffici nel mondo con 11 mila navi assicurate e che, nella sua veste di agenzia marittima, ha seguito 2.553 scali in un anno. Il 2024 ha segnato per CR Group anche il traguardo di un miliardo di euro di premi, di cui il 29% in Italia e il 30% in Grecia.
Ospite del seminario l’Aiatp, Associazione Italiana Armatori del Trasporto Passeggeri, rappresentata dal suo presidente Salvatore Gambardella. Il sodalizio, forte delle sue 180 società aderenti, è al lavoro con diversi ministeri alla semplificazione amministrativa, alla decontribuzione e agli incentivi per la rimotorizzazione delle unità. “La semplificazione – dice Gambardella – è necessaria per creare una categoria nel comparto nazionale che ora se la vede ancora o con regi decreti, quindi regole molto vecchie, o con regolamenti europei che poco si adattano alla navigazione in acque interne. Dobbiamo poter avere i titoli, perché per navigare, ancor prima delle navi, servono i marittimi”. In tema di decontribuzione, l’obiettivo è estendere i benefici riservati alle aziende del Sud anche agli armatori del Nord.
L’Aiatp è al lavoro anche per promuovere il noleggio di motori tra le compagnie di navigazione. “Abbiamo trovato delle banche disposte a seguire i contratti – spiega Gambardella – mentre Cambiaso Risso si può occupare delle polizze assicurative”. L’associazione inoltre si sta impegnando ad aumentare la contribuzione dei marittimi di circa il 50%, portando la retribuzione minima da 6 euro a 9 euro lordi l’ora.
Interessante l’ampia disamina di Raffaello Esposito sulle coperture “Corpo e macchina”, che copre tutte le unità commerciali, incluse quelle adibite al trasporto pubblico dei passeggeri, oltre a garantire i “Named perils”, che coprono le insidie in laghi, mari, fiumi, incendi, esplosioni, furto violento, rapina, getto a mare, pirateria, la negligenza dell’equipaggio, incluso nelle fasi di carico e scarico e durante le attività di manutenzione.
Andreina Facello di CR Group, ha affrontato il tema delle copertura garantite dai P&I Club: “Sono 12 e assicurano oltre il 90% del tonnellaggio oceanico mondiale. I club hanno una riserva interna fino a 10 milioni di dollari; superata questa cifra si attinge a un fondo comune a cui tutti i club contribuiscono in percentuali diverse. A fine anno ogni club analizza l’andamento dell’anno e può chiedere ai soci un aumento del premio. Però non significa che gli armatori pagheranno un premio più alto in caso di anno negativo. I P&I Club hanno una rete di corrispondenti, periti e avvocati quasi in ogni porto, nominati dal club in caso di necessità per intervenire in aiuto dell’armatore”.
Spazio anche agli sponsor presenti, principalmente aziende che propongono propulsioni ibride, a partire da Ranieri Tonissi spa, che ha illustrato i motori Man impiegati in diverse soluzioni ibride e sostenibili. Reintjes progetta impianti di propulsione ibrida o completamente elettrica per l’industria navale. Il progetto più complesso affrontato è un ro-ro pax da 103 metri di Bluferries con quattro motori elettrici da 350 kW con tutta la propulsione elettrica e il sistema di controllo e gestione. Lo scopo è di ridurre a zero le emissioni vicino al porto, con uscita ed entrata dal porto in elettrico. Inoltre sta realizzando due traghetti da 55 metri per Actv a La Spezia, con quattro motori elettrici.
Alessandro Varisco ha presentato la sfida green di Twindisc. L’azienda, oltre a singoli componenti, fornisce anche un supporto per arrivare a sistemi completi in base a riduzione emissioni, rispetto dei regolamenti, miglioramento del comfort, contenimento dei costi. Non esiste una soluzione unica che soddisfi tutti gli obiettivi ma dipende dal tipo di imbarcazione, dall’utilizzo, dai vincoli di peso e spazio, dai regolamenti speciali, dalle considerazioni sulla sicurezza, dai requisiti di manutenzione e ridondanza, disponibilità di infrastrutture dedicate, impatti ambientali. Il giusto pacchetto per ogni applicazione si ottiene studiando l’ambito di applicazione, l’analisi delle performance e la definizione della soluzione.
Giulio Gennaro di Vulkan Italia non ha nascosto che “l’ibrido è un sistema molto costoso, per questo Vulkan ha deciso di supportare gli armatori anche nell’accesso alla finanza agevolata. Vulkan, ascoltate le esigenze dell’armatore, si occupa di trovare il miglior bando di finanziamento e proporlo all’armatore, aiutandolo a presentare il progetto. L’azienda fornisce tutto il sistema, compresa l’interfaccia”. Vulkan ha consegnato il primo vaporetto elettrico di Venezia, con un motore da 125 kW e sarà al Salone Nautico di Venezia con una barca laboratorio. Nel laboratorio di Genova verrà installato un motore per provare motori di varie potenze.
ZF Pod Propulsion system produce e distribuisce pod, che “aumentano l’efficienza e per raggiungere la stessa velocità richiedono meno potenza al motore. Il pod utilizza un unico olio per il riduttore e per la parte immersa per ridurre la manutenzione. Il cambio olio può avvenire anche senza tirare fuori l’unità dall’acqua. Inoltre il pod è accoppiato a gestione elettronica del sistema”.
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