Eni e Saipem estendono la collaborazione per la produzione di Hvo
In vista la conversione della raffineria di Livorno in centro per la produzione di carburante per la mobilità marittima e terrestre

Eni e Saipem hanno annunciato l’estensione dell’accordo di collaborazione firmato nel 2023 che ha lo scopo di unire le rispettive competenze e specializzazioni in campo industriale per nuovi progetti della prima. In particolare l’intesa mira alla realizzazione di nuove bioraffinerie, alla conversione di raffinerie tradizionali in bioraffinerie e ad altre iniziative nell’ambito della trasformazione industriale con l’obiettivo di sviluppare nuove iniziative per la produzione di biocarburanti per l’aviazione (Saf) e per la mobilità terrestre e marittima (Hvo, Hydrotreated Vegetable Oil).
Nell’ambito dell’accordo, Eni ha assegnato a Saipem un contratto per l’avvio delle attività di ingegneria di dettaglio, servizi di approvvigionamento e acquisto delle apparecchiature critiche per il potenziamento della bioraffineria Enilive di Porto Marghera. Il progetto prevede l’incremento di capacità dell’impianto (da 400mila a 600mila tonnellate/anno a partire dal 2027), anche con la produzione di Saf.
Sempre nell’ambito dell’accordo Eni ha assegnato a Saipem, lo scorso novembre 2024, un contratto per la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria con una capacità di 500mila tonnellate di carica biogenica. In particolare verrà applicata la tecnologia Ecofining, sviluppata da Eni e Honeywell Uop, per la produzione di biocarburanti idrogenati Hvo.
Con alcune modifiche, l’impianto potrà successivamente permettere anche la produzione di Saf. Sia per il progetto di Livorno che per quello di Venezia, Saipem ha svolto anche tutte le attività di ingegneria propedeutiche alla fase esecutiva quali gli Studi di Fattibilità e i Front End Engineering Design.
Il valore complessivo dei due contratti è attualmente di circa 320 milioni di euro.
Eni, con la controllata Enilive, ha oggi una capacità produttiva in ambito bioraffinazione di 1,65 milioni di tonnellate/anno e l’obiettivo è di incrementarla a oltre 5 milioni entro il 2030.
La società è stata la prima al mondo a convertire due raffinerie tradizionali, a Porto Marghera e a Gela, in bioraffinerie per la lavorazione di materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare e oli vegetali.
Saipem, in qualità di Engineering, procurement service and Construction Management contractor, ha già seguito il progetto di conversione della bioraffineria di Venezia e in parte, per la sola ingegneria, anche di quella di Gela, maturando quindi competenze distintive.
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