Sequestro di armi per Israele in porto a Ravenna
L’Agenzia delle Dogane blocca al Tcr un carico di 14 tonnellate di componentistica militare sprovvisto di autorizzazione

Da inizio febbraio nel porto di Ravenna è bloccato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi diretto a Israele. In tutto ottocento pezzi metallici classificati come materiale d’armamento e diretti all’azienda israeliana Imi Systems Ltd che rifornisce l’esercito locale. Il sequestro d’urgenza è stato effettuato dall’Agenzia delle Dogane e convalidato dal Gip del tribunale romagnolo.
La notizia era rimasta finora sotto silenzio e solo nelle scorse ore la stampa locale l’ha riportata, dopo che il Tribunale di Ravenna ha esaminato la richiesta di dissequestro avanzata dall’avvocato Luca Perego che assiste la ditta Valforge di Lecco. Quest’ultima, specializzata in fucina e stampa di articoli metallici di varia natura, ha ricevuto a metà 2024 un ordine di oltre 250mila euro dalla IMI Systems e a sua volta ha commissionato la fabbricazione dei pezzi a due aziende di Varese.
Valforge però, come contesta la procura, non ha l’autorizzazione a esportare il materiale bellico, né è iscritta nel Registro nazionale delle imprese istituito presso il ministero della Difesa. È stato quindi indagato l’amministratore unico della società. La linea della difesa sostiene che l’azienda non era a conoscenza della destinazione militare, essendo questi prodotti dalla “funzione indistinguibile”, usati anche nel settore civile, per quanto la natura militare di Imi e la classificazione dei pezzi come componenti d’arma fossero pacifici.
Certificati da Valforge i pezzi, Imi s’è poi occupata di spedirli via camion a Ravenna per l’imbarco, ma al Terminal Container Ravenna l’Agenzia delle Dogane ha provveduto al sequestro a causa della carente documentazione.
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