L’Outlook sul trasporto marittimo sostenibile di Fincantieri, Eni e Rina premia Gnl e biofuel
Secondo lo studio congiunto presentato dalle tre società nel lungo termine nel settore marittimo si affermeranno i biocarburanti

A un anno dal primo step, Fincantieri, Eni e Rina, hanno presentato a Roma – alla presenza del Ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica On. Gilberto Pichetto Fratin – l’Outlook sul Trasporto Marittimo Sostenibile, uno studio sul comparto realizzato con il supporto tecnico di Bain & Company Italia.
“Lo studio si pone l’obiettivo di dare un contributo per accelerare il percorso di decarbonizzazione del settore del trasporto marittimo in linea con il target di Net Zero al 2050” si legge in una nota congiunta: “Il settore marittimo è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO2 e punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Pertanto, è essenziale disporre di una roadmap definita e realistica che minimizzi incertezze e rischi per gli investitori e fornisca soluzioni percorribili ed economicamente efficienti per l’intera industria”.
Secondo gli estensori “l’analisi, che adotta un approccio olistico per rispondere a quest’esigenza, offre per la prima volta una panoramica globale delle opzioni percorribili per ciascun segmento di naviglio nelle diverse regioni del mondo. Inoltre, combina una valutazione dei volumi con un’analisi integrata dei costi per gli armatori e degli investimenti che il comparto logistico e portuale richiede”. L’Outlook presentato analizza tre scenari futuri basati su diversi livelli di ambizione di decarbonizzazione, progressi tecnologici e disponibilità di combustibili e infrastrutture. Le previsioni indicano una decarbonizzazione più rapida nell’Ue e negli Stati Uniti, mentre in Asia-Pacifico e nel resto del mondo l’uso di combustibili fossili e GNL continuerà a predominare, rappresentando circa il 70% del mix energetico entro il 2050.
Nel periodo 2030-2040, Europa e Nord America vedranno un significativo passaggio dai combustibili fossili ai biocarburanti Hvo – che costituiranno il primo pilastro della transizione – e al Gnl, anche in forma bio. Per quanto riguarda i primi, essi sono già disponibili nei porti chiave e offrono una certa resilienza ai costi; la seconda opzione rimane economicamente competitiva per il prossimo decennio, pur dovendo affrontare le crescenti penalità previste a partire dal 2040.
Per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, sarà necessario esplorare anche nuovi combustibili alternativi, come i carburanti sintetici prodotti da idrogeno verde, che diventeranno tuttavia competitivi rispetto ai combustibili fossili solo dal 2040.
Nel lungo termine, i biocarburanti prodotti da materie prime rinnovabili e i carburanti sintetici saranno cruciali per la decarbonizzazione delle navi mercantili di medio e lungo raggio, mentre le bioenergie saranno sufficienti per le navi a corto raggio. Per quanto riguarda le crociere, oltre ai biocombustibili Hvo si prevede l’utilizzo di combustibili sintetici per le navi del segmento di medio-piccola taglia (luxury e exploration), mentre per le navi di grande/media taglia (upper premium e contemporary) si prevede una maggiore dipendenza dalle bioenergie, come biocarburanti Hvo, bioGNL e biometanolo.
La transizione richiederà, nel lungo termine, investimenti significativi nei porti per adeguare le infrastrutture necessarie al rifornimento di combustibili alternativi: solo nell’Unione europea si stima che saranno necessari fino a 24 miliardi di euro. In termini di risorse necessarie, i biocarburanti Hvo e il Gnl avranno un impatto contenuto (circa 15%) grazie alla possibilità di sfruttare le infrastrutture già esistenti. I carburanti sintetici avranno invece una significativa incidenza (circa 85%), poiché le relative infrastrutture sono ancora da sviluppare.
Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha dichiarato: “Lo Studio sul Trasporto Marittimo Sostenibile, illustrato oggi, rappresenta un passo strategico in questa direzione: un’analisi integrata fondata su dati e scenari reali e sviluppata con il contributo di attori leader nei rispettivi settori. Da qui, la volontà di costituire un osservatorio su scala globale che rafforzi il nostro impegno nel guidare la transizione verso una riduzione dell’impatto ambientale, assicurando valore e competitività lungo l’intero ciclo di vita della nave. Fincantieri, inoltre, con l’obiettivo Nave Net Zero al 2035, punta ad anticipare il futuro, guidando il cambiamento e integrando tecnologia e sostenibilità per garantire competitività”.
Giuseppe Ricci, Direttore Operativo Trasformazione Industriale di Eni, ha commentato: “Da questo studio, frutto dell’unione di competenze, risorse e tecnologie tra player del settore, è emerso oggi un quadro chiaro, in grado di fornire indicazioni utili per elaborare e concretizzare iniziative importanti per la decarbonizzazione del trasporto navale nei diversi ambiti e tenendo conto degli impatti in tutti i componenti della filiera. Come sostenuto anche a livello comunitario, è oramai condiviso che i biocarburanti, in particolare quelli già disponibili e utilizzabili in purezza come l’hvo, sono attualmente tra le migliori soluzioni adottabili per ridurre le emissioni Ghg anche del comparto marittimo».
Carlo Luzzatto, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rina, ha affermato: “Sinergie come questa con Eni e Fincantieri sono fondamentali per trasformare l’innovazione in soluzioni concrete, generando benefici per tutti gli attori della filiera dello shipping e dei trasporti”. Pierluigi Serlenga, Managing Partner Italia di Bain & Company, ha aggiunto “Con questa prima edizione dell’Osservatorio, abbiamo fornito uno strumento utile per interpretare l’evoluzione del fuel mix nel breve e nel lungo termine. Stimiamo che, entro il 2050, saranno necessari circa 24 miliardi di euro di investimenti per l’intero sistema portuale europeo: una parte significativa di questa spesa rappresenta una concreta opportunità di business per la filiera italiana”.
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