Prende forma (e solleva alcune criticità) la nuova banchina general cargo di Gioia Tauro
Approvato il progetto da 59 milioni di euro dell’Adsp ma per la Capitaneria c’è il rischio di complicare l’accessibilità a Mct delle grandi navi portacontainer

Il terminal portuale dedicato ai lavori del Ponte sullo Stretto (stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione della nuova infrastruttura) ha fatto un significativo passo avanti. L’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro ha infatti reso noto che il progetto commissionato alcuni mesi fa ad Acquatecno, ripescando un più generico e risalente intervento denominato “sviluppo del banchinamento del cerchio di evoluzione sud per il potenziale insediamento di altre attività multipurpose porto di Gioia Tauro”, è stato approvato dalla Conferenza dei servizi cui hanno partecipato Città Metropolitana di Reggio Calabria, Ministero della cultura – Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Gioia Tauro, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli- Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro.
Detto che “l’intervento previsto non è conforme allo strumento urbanistico vigente costituito dal Piano Regolatore Territoriale Asi ma lo è rispetto al Documento di Pianificazione Strategica e di Sistema in corso di approvazione” e che “si dovrà altresì provvedere all’acquisizione del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e del Ministero dell’Ambiente per quanto riguarda gli aspetti ambientali”, gli atti pubblicati dall’Adsp forniscono alcune specifiche sul progetto, a partire dal quadro economico di 59,1 milioni di euro, ancora da finanziare dato che ad oggi risulta coperta solo la progettazione per 679mila euro.
Da un punto di vista tecnico si apprende invece che “il progetto risponde all’esigenza di diversificazione delle attività del Porto di Gioia Tauro attraverso la realizzazione di una nuova banchina da realizzarsi nel bacino di evoluzione sud per il potenziale insediamento di altre attività multipurpose”. In particolare “si concretizza in un banchinamento a giorno su pali posizionato lungo il tratto di sponda sud-orientale dell’avamporto di Gioia Tauro” e prevede la “realizzazione di piazzale operativo a tergo della banchina per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci” di circa 27mila mq, dato che le dimensioni principali dell’infrastruttura in progetto sono 346,3 metri di lunghezza e 78,10 di larghezza mentre la nave di progetto è una general cargo/Lo-Lo con lunghezza fuori tutto di 270 metri e baglio massimo di 40 metri con pescaggio di 13 metri (previsto il dragaggio del fondale antistante).
Da evidenziare come, pur dando il via libera, la Capitaneria di Gioia Tauro, caldeggiando una “tecnica alternativa al banchinamento (scassa/darsena), sia in termini di sicurezza della navigazione che in termini di futura potenziale differenziazione dei traffici” abbia sollevato alcune criticità sul progetto in relazione alla riduzione del cerchio di evoluzione che l’opera comporterà.
Infatti “in caso di condimeteo avverse con venti provenienti dal 3° o dal 4° quadrante, a causa del moto ondoso che andrebbe a generarsi, l’esecuzione delle manovre di ormeggio/disormeggio di navi aventi lunghezza pari a 277 mt ed una larghezza pari a 40 mt, nonché la stessa permanenza della nave di progetto in banchina, verrebbero compromesse”. Ma anche per Medcenter Container Terminal ci sarebbero conseguenze, perché “il nuovo banchinamento andrebbe comunque a ridurre gli spazi di manovra attuali, soprattutto quelli oggi utilizzati dai rimorchiatori per le manovre delle navi di grosse dimensioni (Ulcs) che evoluiscono all’interno del bacino di espansione sud”.
Tanto che “al fine di garantire un adeguato specchio acqueo per l’evoluzione delle navi, nonché adeguati spazi di arresto in caso di emergenza, si renderà necessario, regolamentare conseguentemente l’ormeggio di navi presso il nuovo banchinamento durante le manovre di navi madri”.
A.M.
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