De Simone (subcommissario alla diga di Genova) conferma aumento di tempi e costi
Mentre è ancora da finalizzare il prestito Bei da 264 milioni per la prima parte dell’opera, la struttura commissariale è alla ricerca delle risorse per bandire la fase B

Lo slittamento dei tempi e la lievitazione dei costi del progetto di realizzazione della nuova diga foranea svelati da SHIPPING ITALY trovano conferma nelle parole del subcommissario all’opera Carlo De Simone, che così ha risposto alle nostre domande.
Confermate che il tempo previsto per la realizzazione di Fase B sia di 39 mesi abbondanti a partire dalla firma del contratto? Stante che ad oggi la relativa gara d’appalto non è stata nemmeno bandita, confermate quindi che la realizzazione dell’opera si concluderà nel primo semestre 2029?
“Le tempistiche sono, ad oggi, quelle previste dal progetto esecutivo approvato e pubblicato. Poi un conto è il completamento della nuova diga (l’ultimo cassone sarà posato a 28 mesi dalla firma del contratto) e un altro la finalizzazione di demolizioni e opere accessorie. I cittadini vedranno prima di 39 mesi la diga, che comincerà prima a spiegare i suoi benefici sul porto”.
Il fatto che non sia stata ancora bandita dipende dal quadro economico di gran lunga superiore (470M) sia alla previsione del Pfte (350M) che alle risorse stanziate dal DL 19/2024 (330M)? Come si pensa di coprire la differenza?
“Come reso noto già in diverse occasioni è stato avviato il percorso propedeutico a bandire la gara nel più breve tempo possibile. L’incremento delle risorse riferito all’approvazione del progetto esecutivo rispetto al PFTE iniziale è fisiologico in appalti di questa complessità e con periodi di volatilità dei costi delle materie prime e delle catene di fornitura come quelli che stiamo affrontando”.
Chi bandirà la gara? Adsp o la struttura commissariale? In tale secondo caso avvalendosi di quale staff (struttura commissariale, Adsp o Regione)?
“Sono in corso le opportune valutazioni finalizzate a garantire la migliore gestione dell’appalto anche in funzione delle risorse e dei tempi. Indipendentemente da questa scelta tutti gli Enti collaboreranno, come fatto fino ad oggi, con il massimo impegno”.
Potreste fornire un aggiornamento sul prestito Bei (per Fase A), la cui approvazione risulta tutt’oggi, per ammissione della banca, ancora condizionata ad approvazione del suo Cda?
“Il contratto Bei garantisce la copertura finanziaria. Sono in corso le interlocuzioni finalizzate ad avviare la fase di erogazione che, al momento, non necessita di particolare urgenza”.
Potreste aggiornare sulle riserve ad oggi presentate dall’appaltatore su Fase A? Quali atti ha assunto il Cct (Collegio consultivo tecnico, organo preposto a dirimere le controversie fra appaltante e appaltatore)?
“Si tratta della usuale contabilità di registro di cantiere che come previsto dalla normativa deve rimanere riservata. Con l’impresa il rapporto è di assoluto dialogo”.
(Le linee guida sul funzionamento dei Cct, redatte dal Consiglio superiore dei lavori pubblici nel gennaio 2022, stabiliscono in realtà che i presidenti dei Cct trasmettano a un apposito Osservatorio istituito in seno al stesso Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici gli atti adottati, comprese “le determinazioni assunte con valore di lodo arbitrale” e che “l’Osservatorio garantisce (…) l’accesso civico ai sensi del d.lgs. n. 33/2013 e s.m.i. ai dati in proprio possesso”. Vero è che il nuovo Codice degli appalti adottato nel 2023 ha lasciato in sospeso la materia, senza prevedere però alcuna riservatezza, nda).
Potreste fornire le risultanze dei campi prove (previsti da Fase A ma richiamati dalla Relazione Geotecnica di Fase B e tuttavia non acclusi alla documentazione progettuale di quest’ultima), stante che da capitolato (Fase A) avrebbero dovuto “essere eseguiti nelle prime fasi di contratto e parallelamente alla fase di Progettazione Definitiva, per fornire le necessarie conferme sui parametri di progetto”?
“A breve saranno pubblicati i primi risultati“.
Come procedono i lavori di fase A?
“L’ottavo cassone (C33) è stato posato la scorsa notte, il nono (C36) è stato varato e la produzione del decimo (C37) è stata avviata. Nel frattempo è stata autorizzata, a seguito di conferenza della chiusura della conferenza dei servizi, l’installazione dell’impianto di betonaggio nell’area del cantiere di Vado che permetterà di funzionare a pieno regime con la produzione di calcestruzzo h24 e dunque di poter avviare, una volta pronto, la produzione dei grandi cassoni e accelerare il ritmo dei cassoni più piccoli”.
Le rivelazioni di SHIPPING ITALY e l’intervista a De Simone sono state immediatamente oggetto di richiesta di chiarimenti dai partiti di opposizione al commissario per la diga Marco Bucci, che è anche presidente della Regione Liguria. “Come si fa a non capire? E’ la fase B, non la A, e deve ancora incominciare” ha replicato il governatore. “Che l’opposizione impari la differenza tra la fase A e la B, per la quale ci sono i tempi necessari come da programma. Non sono in ritardo e Webuild non c’entra niente con la fase B. Ha fatto solo il progetto e ora dobbiamo fare la gara che sta arrivando, in due o tre settimane” la risposta fronita a margine di una conferenza stampa per il dopo-giunta. Lo scorso 21 marzo scorso lo stesso Bucci aveva affermato che “a metà del 2027 fase A e fase B saranno terminate” (si veda qui dal minuto 5.15) hanno però evidenziato i consiglieri regionali Simone D’Angelo (Pd) e Stefano Giordano (M5S).
Il commissario straordinario ha invece confermato l’attuale mancanza di copertura finanziaria: “Appena arriva il finanziamento, facciamo subito la gara. La fase B sarà conclusa entro la fine del 2027, non si parla del 2029. C’è un errore. La durata di 39 mesi è da progetto, non da contratto. I costi sono quelli da bando, poi ci sono gli sconti. Chi approfitta di queste cose per fare confusione, fa confusione. Comunque è tutto sul sito. Chi parla di mancata trasparenza, come qualche candidato sindaco, deve imparare che, se avesse la capacità di andare sul sito internet, vedrebbe tutte le notizie”.
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