Chi sale e chi scende nella classifica dei porti italiani più amati dalle imprese del nord
Il Gruppo Contship Italia, in partnership con Srm – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro di studi economici e ricerca parte del Gruppo Intesa Sanpaolo), ha pubblica la terza analisi dedicata all’efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l’import e l’export di merci containerizzate. Lo studio ha l’obiettivo di fornire un set di dati aggiornato […]
Il Gruppo Contship Italia, in partnership con Srm – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro di studi economici e ricerca parte del Gruppo Intesa Sanpaolo), ha pubblica la terza analisi dedicata all’efficienza dei corridoi logistici utilizzati per l’import e l’export di merci containerizzate. Lo studio ha l’obiettivo di fornire un set di dati aggiornato e preziosi spunti di riflessione agli operatori logistici e alle pubbliche istituzioni, al fine di aiutarli a comprendere e interpretare le aspettative e il livello di soddisfazione di caricatori e ricevitori, così come le opportunità disponibili per migliorare la performance dei principali corridoi logistici di riferimento.
L’edizione 2021 del Report “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” continua a esplorare come (1) punto di origine e destinazione dei flussi commerciali, (2) disponibilità dei servizi marittimi e (3) infrastrutture logistiche, determinino la scelta di corridoi specifici da parte delle 400 imprese manifatturiere italiane localizzate in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – le tre principali regioni italiane per export, che rappresentano il 40% del prodotto interno lordo italiano e più del 50% del totale delle esportazioni del Paese.
Le risultanze delle interviste ai 400 soggetti intervistati (imprese manifatturiere che esportano/importano via mare tramite container) dicono che Genova rafforza il suo primato come porto più utilizzato in export, cresce Venezia mentre scende in terza posizione La Spezia. Cala ulteriormente (dal 19% del 2019 al 10% del 2020) la percentuale di imprese che utilizzano il trasporto intermodale (strada – ferrovia) per il trasferimento della merce dal porto in azienda e viceversa. Altra notizia non buona è quella che descrive l’aumento di aziende che dicono di preferire la resa di vendita Ex works (franco fabbrica) passata dal 64% del 2018 al 79% del 2020. Stabilmente a 7,5 (valutato in una scala da 1 a 10 rispetto a 13 variabili di riferimento) il livello di soddisfazione paragonato al grado di importanza che le imprese intervistate danno al proprio sistema logistico.
Corridoi logistici
In export dall’Italia l’85% delle imprese intervistate dichiara di utilizzare il porto di Genova, il 33% Venezia e il 17% La Spezia (ciascun intervistato ha indicato i primi due porti). Il capoluogo ligure è dominante per i container in uscita dalla Lombardia (98%) mentre la quote sono più equilibrate con Venezia se si prende in esame Veneto (69% e 54% a favore del capoluogo ligure). Figurano poi Trieste (22%) e Spezia (16%). Le imprese dell’Emilia Romagna hanno così indicato gli scali prediletti per l’export: Genova (93%), Venezia (46%), Ravenna (22%) e La Spezia (18%).
Discorso simile vale per l’import con Genova (88%), Venezia (26%) e La Spezia (12%) scali preferenziali per l’arrivo delle merci in container verso il Settentrione d’Italia. La strada (dall’83% dell’Emilia Romagna al 92% della Lombardia) prevale sempre in maniera netta rispetto all’alternativa ferroviaria. Le importazioni dirette verso Milano e le altre province lombarde passano da Genova (100%) e per alcuni anche da Spezia (4%); quelle verso il Veneto soprattutto da Genova (79%), Venezia (46%), Trieste (15%) e Spezia (15%); i carichi diretti in Emilia Romagna transitano da Genova (79%), Venezia (45%), Ravenna (27%) e La Spezia (21%).
Gestione del processo logistico
A proposito di come è gestito il processo logistico, il rapporto evidenzia che dal 2019 al 2020 è calata la tendenza delle imprese a esternalizzare la logistica relativa all’export di merci (dal 69 al 55%) mentre in import è salita (dal 49% al 54%). Come già detto continua a crescere la preferenza della resa Ex Works nella logistica in uscita (dal 67 al 79%) mentre rimane sostanzialmente stabile in import (dal 44 al 46%).
L’analisi di Contship e Srm rivela poi che cresce il numero di imprese che tratta volumi elevati di merce containerizzata sia in export che in import. “Trattandosi prevalentemente di imprese manifatturiere, il container rappresenta un elemento importante per il trasporto della merce italiana
all’estero e viceversa” si legge. “Il tessuto imprenditoriale italiano (e quindi anche delle regioni oggetto dell’indagine), fatto tuttavia di medie e piccole entità, si riflette nell’intensità dell’utilizzo dello strumento: la maggior parte delle aziende ‘utilizza mediamente non più di 1 container a settimana’, sia in esportazione che in importazione. Le aziende che movimentano oltre 50 container l’anno in export sono solo il 18% del totale (in aumento, però, rispetto all’11% osservato
l’anno scorso). In crescita la percentuale di imprese che eccedono i 50 container l’anno in importazione, passata dal 24% al 38%”.
I principali paesi-partner commerciali
I dati Istat sul commercio estero aiutano a meglio interpretare i risultati dell’indagine. Tra i primi sei partner commerciali della Lombardia troviamo Germania, Francia, Cina, Paesi Bassi, Spagna e Stati Uniti. È evidente che mentre con Cina e Stati Uniti prevale il trasporto marittimo, per i paesi europei è quello stradale a prevalere. Fatta eccezione per gli Stati Uniti, per gli altri Paesi citati la componente import prevale su quella export. Per il Veneto, ritroviamo Germania, Francia, Stati Uniti, Cina e Spagna, con un rapporto import/export più equilibrato. Per l’Emilia Romagna i Paesi a maggior valore per commercio estero sono Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina. A parte la Cina, in tutti gli altri Paesi prevale la componente export.
Scarica e leggi lo studio “Corridoi ed efficienza logistica dei territori”
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