Agenti marittimi e spedizionieri rilevano il 20% di La Spezia Shunting Railways
La società Interporto La Spezia partecipata da diverse agenzie marittime e case di spedizione hanno rilevato dalla locale Autorità di sistema portuale la quota del 20% detenuta in La Spezia Shunting Railways, la società nata nel 2013 su iniziativa della stessa Adsp, all’epoca guidata da Lorenzo Forcieri, per gestire in modo unitario la movimentazione ferroviaria nel porto spezzino e nel retro porto […]
La società Interporto La Spezia partecipata da diverse agenzie marittime e case di spedizione hanno rilevato dalla locale Autorità di sistema portuale la quota del 20% detenuta in La Spezia Shunting Railways, la società nata nel 2013 su iniziativa della stessa Adsp, all’epoca guidata da Lorenzo Forcieri, per gestire in modo unitario la movimentazione ferroviaria nel porto spezzino e nel retro porto di Santo Stefano Magra.
L’Autorità portuale aveva deciso di avviare una procedura a evidenza pubblica per la dismissione della propria quota della società appellandosi al testo unico sulle partecipazioni pubbliche, che prevede che anche le autorità portuali non possano mantenere quote “in società di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”.
L’unica offerta per l’acquisto del pacchetto societario è stata quella del raggruppamento privato degli spedizionieri e delle agenzie marittime Interporto La Spezia Srl presieduto da Alessandro Laghezza, e nessuno dei soci di Lssr ha ritenuto di esercitare il diritto di prelazione previsto dallo statuto societario. Oltre al Gruppo Laghezza i soci di Interporto La Spezia sono le seguenti aziende: Bucchioni, Cangini & C., Centro Internazionale Spedizioni, Dario Perioli, Di Vita Giuseppe, Laviosa, Marittima Servizi, Saimare, Sattemar, Ser.Nav. e STM.
La Spesi Shunting Railways era nata su iniziativa dell’Authority con un modello aperto e duale “alla tedesca”: il 20% delle quote societarie detenuto finora dall’Adsp e poi due pacchetti del 40% ciascuno in dote rispettivamente a terminalisti (tra cui Lsct con un 25%) e operatori ferroviari, che possono modificare la divisione azionaria al loro interno anche accogliendo altri operatori, senza però superare le rispettive quote.
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