Per il ritorno a Genova Grendi punta sul carbonile ex Enel, mentre l’AdSP sferza Bettolo
Nato quasi 200 anni fa a Genova, ma oggi attivo su altri porti italiani, il gruppo armatoriale e logistico Grendi ha reso nota la volontà di tornare ad operare direttamente sulle banchine del capoluogo ligure. L’occasione è stata l’annuncio della partecipazione, con un ruolo di benefattore primario, a un progetto artistico di rigenerazione urbana (Pintada […]
Nato quasi 200 anni fa a Genova, ma oggi attivo su altri porti italiani, il gruppo armatoriale e logistico Grendi ha reso nota la volontà di tornare ad operare direttamente sulle banchine del capoluogo ligure.
L’occasione è stata l’annuncio della partecipazione, con un ruolo di benefattore primario, a un progetto artistico di rigenerazione urbana (Pintada by Urban Attack) legato al rilancio dell’area cittadina colpita dal crollo del Ponte Morandi. Nella relativa nota, infatti, Antonio Musso, amministratore delegato di Grendi Trasporti Marittimi, ha fatto sapere di aver “recentemente presentato una manifestazione di interesse per tornare a operare su un’area del porto di Genova, in aggiunta agli altri porti in cui siamo già presenti”.
Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY l’area in questione sarebbe quella dell’ex carbonile Enel, per la quale Grendi avrebbe fatto sapere all’Autorità di Sistema Portuale di Genova di essere interessata a partire dalla scadenza dei tre anni della concessione appena assentita per tre anni al gruppo Spinelli.
Si tratta come è noto di spazi ambitissimi, tanto che “il titolo sarà risolutivamente condizionato” – si legge nella delibera della AdSP – al ricorso al Tar proposto avverso la procedura comparativa dell’ente da Superba.
La società del Gruppo Pir è infatti dal 2017 in attesa di una risposta all’istanza, proposta per un’area maggiore, comprendente anche altre porzioni dell’ex compendio Enel, al fine di spostarvi i depositi chimici oggi gestiti a Multedo, previo adeguamento tecnico funzionale (ATF). Una richiesta che però AdSP ha giudicato non conflittuale con l’assentimento triennale a Spinelli, dato che Superba, “anche a voler prescindere dall’esito (ad oggi incerto) del procedimento urbanistico di ATF, prima di due anni non potrebbe comunque ottenere un titolo pluriennale sull’area del carbonile (…) per il semplice fatto che i lavori di bonifica del più ampio compendio ex Enel (oggetto di istanza del 2017) non verranno ultimati da Enel prima di tale periodo”.
Oltre a Superba, però, anche Sech, Csm e Bettolo avevano presentato istanze per l’ex carbonile. Tutte rigettate perché basate non su una prospettiva di un aumento dei traffici, ma depositate a fini compensativi a fronte di future, peraltro incerte o parziali secondo AdSP, indisponibilità di spazi oggi in uso alle tre società.
“A voler sottacere il fatto – aggiunge la delibera di AdSP – che Bettolo ha iniziato di recente ad operare sui 91mila mq (a disposizione, ndr) con volumi di traffico che allo stato non risultano coerenti con quanto dichiarato in sede di istanza inerente all’avvio dell’attività temporanea su dette aree. A fronte di 150mila Teu annui proposti, nei mesi di piena operatività intercorrenti dall’avvio dell’attività (novembre e dicembre) risultano movimentati dal concessionario 4.181 Teu mese”.
Da qui il benestare al “sintetico, ma puntuale e coerente piano d’impresa” presentato da Spinelli, con la previsione di una “movimentazione di complessivi 36mila Teu nell’arco del triennio”, di 1,3 milioni di euro di investimenti, “la cui realizzazione è prevista completarsi entro il primo anno di attività”, e sul fronte occupazionale “l’impiego di sei unità addizionali a regime”.
A.M.
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