Un pieno di cold ironing in Italia: le risorse del Pnrr porto per porto
Il provvedimento non è ancora stato varato, ma, dopo le anticipazioni di alcune settimane fa, il quadro della distribuzione delle risorse stanziate dal Governo per i porti italiani col fondo complementare al Pnrr è pressoché completo. SHIPPING ITALY ha infatti potuto leggere una bozza del decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e […]
Il provvedimento non è ancora stato varato, ma, dopo le anticipazioni di alcune settimane fa, il quadro della distribuzione delle risorse stanziate dal Governo per i porti italiani col fondo complementare al Pnrr è pressoché completo.
SHIPPING ITALY ha infatti potuto leggere una bozza del decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e qui riporta l’elenco delle opere che, porto per porto, saranno finanziate, affiancate da quelle che erano finora comparse nelle precedenti bozze del Pnrr.
A parte il caso dell’Autorità di Sistema Portuale di Bari, che è riuscita ad alzare la cifra inizialmente prevista per due dei tre progetti proposti, la novità principale è che quasi tutti gli enti (e anche le Regioni Veneto e Sicilia per scali di competenza regionale) hanno inserito con successo progetti per l’elettrificazione delle proprie banchine.
Per il resto nessuna sorpresa: i 500 milioni di euro per la nuova diga foranea di Genova sono la cifra maggiore per un singolo progetto, seguiti dai 180 per “l’estensione delle infrastrutture comuni per lo sviluppo del Punto franco nuovo” (sviluppo retroportuale della piattaforma logistica) a Trieste e dai 150 per il “Prolungamento diga duca d’Aosta a protezione del nuovo terminal contenitori di levante” a Napoli.
L’importo complessivo di stanziamenti disposti dal decreto è di 2.779,081 milioni di euro, per il 44% – si specifica al comma 2 del primo articolo – destinati a Regioni del Mezzogiorno. Adsp e Regioni procederanno all’esecuzione delle opere sulla base di accordi di “Accordi procedimentali” da sottoscriversi col Mims, nei quali saranno anche definite “modalità ed obblighi relativi all’attuazione e monitoraggio degli interventi e all’erogazione del contributo pubblico”. Prevista inoltre la possibilità di revoca in caso di mancata e tempestiva “assunzione di una obbligazione giuridicamente rilevante per l’affidamento dei lavori”.
A proposito dell’iter del decreto, ieri il ministro Enrico Giovannini ha spiegato che “questa settimana speriamo in una intesa in conferenza Stato-Regione sui 4 miliardi sui porti (il computo comprende presumibilmente ulteriori risorse che saranno distribuite attraverso bandi del Mite, ndr), sullo sviluppo dei green ports, banchine elettrificate e altro. Non c’era mai stato uno sforzo così”. Del resto Giovannini ha sottolineato la necessità di “un investimento complessivo” e alcune gravi lacune: “L’Italia non ha un piano nazionale dei dragaggi, questo per dire come il sistema non ha funzionato”.
A.M.
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