Si restringe l’area ad alto rischio per la pirateria somala nell’Oceano Indiano
Il continuo calo degli episodi di pirateria somala e l’insorgere di nuove minacce ha indotto le principali organizzazioni del trasporto marittimo e dell’industria petrolifera a ‘restringere’ i confini geografici della cosiddetta Hra (High Risk Area, area ad alto rischio) nell’Oceano Indiano, ma anche a voler rivedere nel complesso l’approccio adottato fino ad ora. Nel dettaglio, […]
Il continuo calo degli episodi di pirateria somala e l’insorgere di nuove minacce ha indotto le principali organizzazioni del trasporto marittimo e dell’industria petrolifera a ‘restringere’ i confini geografici della cosiddetta Hra (High Risk Area, area ad alto rischio) nell’Oceano Indiano, ma anche a voler rivedere nel complesso l’approccio adottato fino ad ora.
Nel dettaglio, sulla necessità di un aggiornamento si sono trovate d’accordo Bimco, International Chamber of Shipping, Intercargo, Intertanko e Ocimf (Oil Companies International Marine Forum), che in particolare hanno concordato una riduzione dei confini della Hra alle acque territoriali yemenite e somale e alle Zes (zone economiche esclusive) in direzione est e sud. Parallelamente le cinque organizzazioni intendono adottare “un nuovo approccio” alla valutazione della sicurezza marittima internazionale in modo da consentire alle compagnie di “valutare pienamente” i rischi in tutto il mondo. Questo secondo passaggio sarà completato entro il prossimo 31 dicembre, mentre il primo – ovvero la riperimetrazione della Hra – entrerà in vigore dal prossimo 1 settembre.
La Hra era stata istituita nel 2010, al culmine della minaccia della pirateria somala, con lo scopo di evidenziare ad armatori e operatore dove fosse necessario adottare il massimo livello di attenzione per evitare attacchi. “Il panorama della sicurezza è in continua evoluzione e poiché nuove minacce sono emerse o si sono intensificate al di fuori dell’Oceano Indiano è diventato chiaro che l’Hra è obsoleta e fuorviante” ha commentato Guy Platten, segretario generale dell’Ics, per il quale in sostanza il sistema “è stato essenziale per sensibilizzare sulla minaccia dei pirati somali e sulla necessità di applicare misure di mitigazione” ma “ha essenzialmente servito il suo scopo”.
Dello stesso avviso David Loosley, segretario generale e amministratore delegato di Bimco, che ha dichiarato: “L’attuale forma dell’Hra non è più il modo migliore per guidare i processi di gestione dei rischi per la sicurezza marittima”. Loosley ha evidenziato in particolare la necessità di “un approccio più granulare ai concetti di minaccia e rischio. Il prossimo passo logico è sviluppare un concetto globale basato sulle minacce che catturi il modo in cui le navi di vario tipo, dimensione, nazionalità, proprietà ecc. affrontano diversi livelli di rischio”.
Insomma, ha concluso Robert Drysdale, direttore generale di Ocimf, “data l’ampiezza delle minacce alla sicurezza marittima affrontate dai marittimi, un sistema più intuitivo e dinamico per evidenziare le minacce sarà il benvenuto”.
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