Hub portuale Ravenna: bandito l’appalto per progettazione ed esecuzione della Fase 2
Si tratta di un bando da 77 milioni di euro per il dragaggio di altri 7 milioni di metri cubi da sommarsi a quelli previsti dalla Fase 1, ad oggi non ancora partita: Rossi spiega come si incastreranno i due progetti
In attesa che partano i lavori previsti dalla prima fase del progetto Hub (l’escavo a 12,5 metri di profondità del porto di Ravenna che materialmente non è ancora stato avviato perché non pienamente autorizzato), l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale si è portata avanti e ha appena compiuto i primi passi per l’avvio della seconda fase. L’ente ha infatti approvato il progetto definitivo (autoverificato grazie alle deroghe del primo Decreto Semplificazioni) e ha poi pubblicato il bando per aggiudicare l’appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori della Fase 2 (denominata per sintesi “escavo a 14,5 metri”), a sua volta suddivisa in due parti.
La prima, che si farà di sicuro e porterà i fondali quasi ovunque a -14 metri, vale 36,72 milioni di euro ed è finanziata con 40 milioni di euro del Fondo Infrastrutture del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il prezzo base massimo della seconda, che è invece opzionale e che l’Adsp si riserva il diritto di affidare solo in parte al medesimo aggiudicatario (portando la profondità a valori compresi fra 14,5 e 15,5 metri), è di 40,1 milioni di euro, per finanziare i quali la port authority potrà utilizzare 45 dei 130 milioni ad essa assegnati nell’ambito dei fondi complementari al Pnrr (altri 85 sono destinati all’impianto di trattamento dei fanghi di cui diremo più sotto).
Dalla documentazione del progetto definitivo della Fase 2 si evince come l’ente intenda procedere speditamente, dato che a giugno si prevede di iniziare la caratterizzazione dei fanghi da scavare (giacche “quelle effettuate nel 2019 sono in scadenza”). Malgrado la caratterizzazione sia da fare e non si conosca quindi la qualità dei fanghi, per la prima parte il progetto di Adsp calcola di poterne rigettare a mare (a circa 13 miglia nautiche dall’imbocco del porto) 1,02 milioni di metri cubi, mentre altri 2,09 saranno destinati al summenzionato impianto di trattamento. Per la seconda parte opzionale si parla di 2,6 milioni di metri cubi a mare e di 1,34 all’impianto.
Impianto di trattamento dei fanghi ancora sa realizzare, sebbene si preveda che i primi fanghi ad esso destinati siano scavati da settembre 2023. Si tratta di un impianto che, in estrema sintesi, dovrà depurare i fanghi di dragaggio fino a consentire all’Adsp di evitare almeno in parte il costoso smaltimento in discarica e di depositarli invece in cave dismesse (che l’ente “sta cercando di reperire”), per la cui realizzazione e gestione ventennale è stata bandita nei mesi scorsi una procedura d’appalto da 155 milioni di euro tutt’ora in corso. Due sono i principali punti interrogativi al riguardo.
L’impianto dovrebbe essere collocato nella cosiddetta area Carni della Piallassa Piomboni e, anche per il fatto che accanto ad esso dovrà essere realizzata una vasca di colmata per il deposito pretrattamento dei fanghi via via dragati, è soggetto a procedure di valutazione ambientale di carattere regionale. L’atto al riguardo più recente fra la documentazione disponibile è una determina, risalente allo scorso agosto, del “Servizio valutazione impatto e promozione sostenibilità ambientale” della Regione Emilia Romagna.
Una determina che in sostanza consentiva di procedere, ma, rilevando che “la documentazione presentata in fase di istanza e i chiarimenti forniti, risultano carenti per numerosi aspetti sostanziali sia dal punto di vista progettuale che ambientale”, ne prescriveva l’integrazione. E condizionava il prosieguo agli “esiti positivi legati alla variante urbanistica e alla Valutazione d’Incidenza Ambientale”, spiegando che allo stato non era ancora possibile “valutare in maniera esaustiva se vi siano elementi preclusivi o in contrasto con vincoli paesaggistici”. Sull’iter non risultano ad ora sviluppi.
Oltre a ciò, stando alla documentazione finora pubblicata, il cronoprogramma della prima parte di questa Fase 2 appena appaltata sembrerebbe contrastare sia con quello dell’impianto di trattamento dei fanghi sia con quello della Fase 1. In base al documento di indirizzo alla progettazione dell’impianto di trattamento, infatti, ammesso che lo stesso si riesca a realizzare in 18 mesi, lo stabilimento dovrà trattare almeno 500mila metri cubi l’anno, ma il ritmo di dragaggio previsto è più che doppio dato che ad esso si prevede siano conferiti 2,09 milioni in 24 mesi (fra il settembre 2023 e l’ottobre 2025). Al riguardo, spiega però Daniele Rossi presidente dell’Adsp, le proposte ricevute e oggetto della procedura di gara “prevedono una capacità di trattamento superiore ai 500mila mc l’anno”.
Quanto all’incastro temporale con la Fase 1 del progetto Hub, al netto del fatto che i lavori devono ancora concretamente cominciare, per essa il progetto definitivo (l’unico al momento disponibile pubblicamente) stima 102-103 mesi (8 anni e mezzo), il che sembra contrastare con la previsione che i dragaggi della Fase 2 comincino a settembre 2023. Su questo aspetto il presidente Rossi spiega però che “la progettazione esecutiva ha permesso di rimodulare, ampliandola, la capacità delle casse di colmata”.
Quelle disponibili sono, a quel che finora si sapeva, le due che compongono la cosiddetta vasca Nadep, per una capacità complessiva di 900mila mc (una volta svuotata di quel che oggi contiene); il dragaggio della fase 1 prevede il conferimento in vasca di 3,37 milioni di metri cubi, con l’effetto di quadruplicare quindi il ciclo “dragaggio-conferimento a Nadep-svuotamento-destinazione finale” e di comportare tempi lunghi. Ci sarebbe però disponibilità, ha aggiunto Rossi, “di altre due casse di colmata”. Oltre a ciò sono allo studio “innovative soluzioni” riguardanti la tecnica di escavo che consentiranno di accelerare i tempi del dragaggio. La nuova caratterizzazione (quella summenzionata, che dovrebbe partire a giugno) consentirà in pratica di sovrapporre i dragaggi di Fase 1 e Fase 2, dunque “coordinarli” e “terminarli insieme”.
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