Confindustria Udine suona l’allarme: “I ritardi sulle consegne cominciano a essere imprevedibili”
Gli industriali temono un altro ‘effetto frusta’ dopo questo nuovo lockdowncome in Cina come era già avvenuta nel 2020
“Ennesimo shock per la catena di fornitura delle nostre imprese” è il titolo della comunicazione che Confindustria Udine ha pubblicato e divulgato per richiamare l’attenzione su quella che sta diventando una vera emergenza per gli approvvigionamenti di merci soprattutto via mare.
Parlando delle conseguenze innescate sul porto di Shanghai e sul resto della supply chain mondiale del severo lockdown in atto in Cina, gli industriali sottolineano che “i ritardi nelle consegne cominciano a essere imprevedibili e stanno impedendo sia alle imprese di rispettare i termini di consegna dei beni lavorati o dei componenti che agli esercizi commerciali di avere alcune merci da esporre in vendita”. Non solo: “L’intera logistica mondiale, già provata dalla pandemia e dai più recenti effetti negativi prodotti dal conflitto russo-ucraino, sta soffrendo per questa ennesima, pesante strozzatura, seppur, auspichiamo, temporanea, con treni che partono dai porti degli altri continenti mezzi vuoti, e prezzi dei container e dei trasporti che salgono e scendono non più secondo la classica legge della domanda e dell’offerta, ma in base a logiche imprevedibili, legate prima di tutto alla loro semplice disponibilità” si legge nella nota.
Gli industriali scrivono che “la scarsità di merci sta lentamente plasmando quella che gli economisti chiamano crisi da offerta. In pratica i beni prodotti dall’industria sono molti meno di quelli richiesti dal mercato e questo fenomeno finisce anch’esso per alimentare l’inflazione, già schizzata negli ultimi mesi a livelli record. Oltre all’aumento dei prezzi delle materie prime, stanno lievitando i listini di numerosi beni, ad esempio quelli delle automobili perché la domanda resta forte, ma nessun costruttore riesce a produrre di più. Tali effetti, a cascata, finiscono per trasferirsi trasversalmente su tutti i comparti produttivi manifatturieri, dalla meccanica al legno arredo, dalla chimica alla plastica, per citarne soltanto alcuni”.
In conclusione Confindustria Udine dice che “questo lockdown in Cina sta già avendo un impatto significativo sulle supply chain globali. Se non verrà presto rimosso, nel breve termine si prevede un rallentamento della domanda di trasporto. Quando la situazione tornerà, sperabilmente, alla normalità si tornerà a vedere una spinta improvvisa verso l’alto delle spedizioni e, conseguentemente, delle tariffe per i trasporti via mare. Extra-costi che, come ormai siamo abituati, finiranno inevitabilmente per gravare sulle nostre imprese manifatturiere”. ….LEGGI l’articolo integrale su SUPPLY CHAIN ITALY
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