Il gruppo Psa studia l’uscita da Hutchison Ports
Nel 2006 il gruppo di Singapore ne aveva rilevato il 20% per 4,39 miliardi di dollari
Psa – gruppo portuale presente anche in Italia con i terminal di Psa Pra’, Psa Sech e Psa Vecon e la cui proprietà è del fondo sovrano di Singapore, Temasek -starebbe valutando l’uscita dalle analoghe attività di Ck Hutchison, di cui ad oggi detiene il 20%.
A riferire la notizia in qualità di indiscrezione è Reuters, mentre i due diretti interessati al momento non hanno commentato. Più nel dettaglio, secondo due fonti contattate dall’agenzia di stampa, Psa sarebbe nelle fasi iniziali della valutazione di una cessione della quota, in un’ottica di revisione del suo portafoglio in una fase in cui il trasporto marittimo sta rallentando, e avrebbe già sondato l’interesse di alcuni potenziali investitori. Una delle due fonti avrebbe inoltre aggiunto di aspettarsi che a farsi avanti siano operatori portuali, in particolare cinesi, carrier e fondi di investimento specializzati in infrastrutture.
Reuters ha aggiunto di non essere in grado al momento di indicare il valore economico della partecipazione, ma va ricordato che per la sua acquisizione, nel 2006, Psa aveva sborsato, precisamente a Hutchison Port Holdings e Hutchison Ports Investments, un importo di 4,39 miliardi di dollari. Il gruppo singaporiano aveva finalizzato l’investimento dopo aver rinunciato a un’operazione analoga, ovvero l’acquisizione di P&O Ports, per la quale aveva presentato una offerta di 6,3 miliardi di dollari che era stata superata da quella di Dp World (da 6,8 miliardi).
Secondo Reuters la divisione portuale di CK Hutchison, conglomerato che fa capo al multimiliardario Li Ka-shing, di Hong Kong, resta tra i principali operatori di settore al mondo, ma la sua attività terminalistica per quel che riguarda in particolare la ex colonia britannica starebbe subendo da alcuni anni la forte concorrenza dei porti della Repubblica Popolare.
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