Passeggeri in ripresa e merci in tenuta nei porti sardi che si riavvicinano al 2019
Nel cargo pagano ancora dazio rinfuse liquide e ro-ro. Traffico traghetti a livelli prepandemici mentre ripartono (ma lentamente) le crociere
“Traffico passeggeri in costante crescita e tonnellaggio merci in sostanziale tenuta, nonostante la pesante crisi economica determinata dal conflitto russo – ucraino”.
Questa la sintesi dell’analisi sui dati di traffico prodotta dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna che, felice caso più unico che raro, affianca ai propri commenti una semplice ed eloquente tabella di riepilogo, corredata pure del necessario raffronto con la situazione prepandemica.
“A partire dai traffici passeggeri che, dalla somma dei volumi movimentati nei principali porti commerciali (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci ed Arbatax), registrano un più 22 per cento rispetto al 2021 (anno di netta ripresa), con numeri prossimi ai 5 milioni di unità. In risalita anche il traffico delle rotte inferiori alle 20 miglia (Santa Teresa e Portovesme), che si attestano a poco meno di 826 mila passeggeri, per un più 21 % sull’anno precedente (sul dato influisce la chiusura di un mese dello scalo di Santa Teresa per interventi di ripristino delle banchine).
Un trend che, complessivamente, supera le performances del 2019. Rispetto al periodo pre-covid, infatti, il 2022 segna un + 0,02 per cento sui traffici passeggeri di linea, mentre resta ancora negativo – meno 27 per cento – su quelli per le isole di Carloforte e Corsica (nel 2021 era pari a – 40 %). Risultato, in particolare, spinto dal record degli scali di Olbia – Isola Bianca (poco più di 3 milioni e 62 mila passeggeri nell’anno appena concluso) e Porto Torres (circa 1 milione e 135 mila), che crescono rispettivamente del 3 e del 10 per cento rispetto all’ultimo dato positivo di tre anni fa.
Crescita a tre cifre per il mercato delle crociere, che ha chiuso il 2022 con un più 284,5 per cento rispetto al 2021, raggiungendo quota 220 mila e 595 passeggeri, 152 mila dei quali nel porto di Cagliari. Dato incoraggiante, ma ancora al di sotto dei risultati del 2019 (- 50%). Nonostante la differenza del numero di scali sia pressoché assottigliata (184 toccate nel 2022 rispetto alle 212 del 2019) resta incisivo il fattore riempimento nave che, per tutta la prima metà del 2022, è stato ridotto dalle restrittive misure sanitarie per il contenimento del contagio.
Sostanziale tenuta anche per il settore delle merci che, globalmente, chiude il 2022 con 43.814.388 tonnellate (circa 31 milioni nel porto di Cagliari) e una minima flessione rispetto all’anno precedente (poco meno di 100 mila tonnellate di differenza). In dettaglio, le rinfuse liquide (principalmente petrolio e raffinati) hanno chiuso con un più 1,2 per cento rispetto al 2021. Ad un più 26 per cento ammonta, invece, il risultato della crescita di quelle solide (cereali, carbone e minerali). In calo, invece, il rapporto 2022 – 2021 per le merci su gommato, che si attesta ad un meno 11,4 per cento (circa un milione e mezzo di tonnellate in meno). Dato che evidenzia un rallentamento degli approvvigionamenti dovuto all’attuale crisi mondiale determinata dal conflitto russo – ucraino.
Non ultima, la movimentazione dei contenitori nel compendio del porto canale che, dopo la revoca della concessione alla Cict, restituisce statisticamente un segnale positivo (circa 55 mila Teu), con un 68 per cento di incremento rispetto al 2021 ed un 54,6 sul 2019”.
Questa la lettura di Massimo Deiana, presidente dell’Adsp del Mare di Sardegna: “I numeri registrati nel 2022 ufficializzano, almeno sul versante dei traffici passeggeri, il superamento del record 2019 e la definitiva uscita da un biennio di crisi sanitaria mondiale senza precedenti. Un bilancio incoraggiante, quello appena stilato, frutto di un lavoro costante e sinergico di tutto il cluster portuale, che ha visto tutti gli scali del Sistema resistere con determinazione alle sferzate della crisi ed operare con profonda dedizione e professionalità, nonostante le restrizioni dettate dai protocolli per il contenimento del contagio che, è bene ricordare, hanno inciso anche per la prima parte del 2022. Scriviamo, quindi, una nuova pagina, mantenendo, però, una certa prudenza dettata, questa volta, dalla nuova crisi mondiale generata dal conflitto russo – ucraino e, di conseguenza, dall’incremento dei costi energetici e di trasporto che, nel 2022, hanno intaccato la movimentazione delle merci su gommato. Anche in questo caso, i porti di sistema opereranno in regime di massima efficienza, aprendo a nuove sfide di mercato e mantenendo sempre viva l’attenzione sul settore dei contenitori che, alla luce dei piccoli segnali positivi sull’operatività dell’anno appena concluso, necessita di quel salto decisivo al quale, da anni, lavoriamo incessantemente, creando sempre nuove condizioni di attrattività commerciale, finanziaria ed operativa: dalle Zes, alla Zona Franca Doganale, fino all’Agenzia per il Lavoro Portuale del Transhipment”.
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