A Progetto Internazionale 39 la Piattaforma Logistica di Taranto
Lo ha annunciato il presidente della port authority Sergio Prete precisando che dietro la società ci saranno soci italiani (escludendo una prevalenza di interessi cinesi)
La società Progetto Internazionale 39 metterà le mani sull’area della piattaforma logistica di Taranto.
Lo ha annunciato al Quotidiano di Puglia il presidente della locale Autorità di sistema portuale, Sergio Prete, spiegando che la proposta è stata ritenuta “maggiormente idonea a proseguire l’iter istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione unica Zes”, la Zona economica speciale. La comparazione tra le due offerte avanzate, quella di Progetto Internazionale 39 e quella di Vestas, riguardava l’intera area di oltre 132 mila metri quadrati. “Progetto Internazionale 39 si è impegnata a svolgere un’attività di servizio alle merci utilizzando l’intermodalità” ha aggiunto Prete. Si occuperà di movimentazione e stoccaggio di merci e container.
L’altro pretendente, Vestas, aveva invece chiesto l’area per lo stoccaggio e altre attività accessoria alla spedizione di pale eoliche. “Abbiamo ritenuto che la domanda di Progetto Internazionale 39 sia più aderente alle finalità di interesse pubblico. Progetto Internazionale 39 è solo una società di scopo, in realtà gli investitori saranno altri e sono italiani” ha aggiunto ancora Prete, sotolineando che “vi sarebbe anche la possibilità di allocare Vestas in un’altra area del porto. Una valutazione, questa, che è stata fatta in sede di comparazione tra le due offerte”.
SHIPPING ITALY lo scorso novembre aveva rivelato che Progetto Internazionale 39 è una holding di partecipazioni con capitale sociali pari a 10mila euro, è partecipata al 33% ciascuno dagli italiani Tommaso Celletti (che è anche l’amministratore unico), Alfredo Esposito e dal cinese Gao Shu’ai, mentre il restante 1% fa capo all’Associazione per lo sviluppo economico e culturale internazionale. Gao Shu’ai è il presidente di questa associazione il cui scopo, secondo quanto riportato dal suo stesso vertice, è il seguente: “Creare una cooperazione intergovernativa che promuova incontri mirati a scambi culturali e commerciali tra imprese, in particolare nel campo di scienza e tecnologia; operare per realizzare una piattaforma globale che lavori nell’ambito delle nuove politiche, delle leggi e regolamenti dell’UE, e promuovano attivamente le imprese italiane ed europee nel quadro di sviluppo e costruzione ‘One Belt One Road’ degli scambi internazionali e Cooperazione e favorire ulteriormente le imprese italiane ed europee ad espandersi all’estero, partecipando e promuovendo efficacemente ed attivamente lo sviluppo economico internazionale”.
Una delle tante aziende che in qualche maniera promuove la strategia cinese della cosiddetta Belt & Road Initiative. Anche per questo probabilmente il presidente della port authority ha voluto sottolineare che gli investitori saranno “altri” e “italiani”.