Via alla gara per le manovre ferroviarie a Genova: Psa pronta a entrare in Fuorimuro
Appalto da 35 milioni di euro con alcune incertezze sulla clausola sociale dei circa 100 lavoratori. Niente Via per il progetto di ampliamento dell’omonimo parco ferroviario di Sampierdarena
Con un Comitato di Gestione ad hoc convocato in gran segreto l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha varato, dopo due anni e mezzo di proroga, la gara per l’affidamento del servizio di manovra ferroviaria.
Lo ha reso noto ex post l’ente, informando che l’appalto per il servizio qualificato di “interesse generale” riguarderà “gli ambiti di Sampierdarena e Pra’-Voltri, per un importo complessivo a base di gara pari a euro 34.780.000”. Nella medesima nota l’ente ha evidenziato che “il numero di Teu trasportati su rotaia in entrata e uscita dai porti del sistema è cresciuto del 10% rispetto all’anno precedente. Lo split modale ha, quindi, raggiunto nel 2022 quasi il 17%”. Da segnalare infine che l’attuale concessionario beneficerà di altri sei mesi di proroga per espletare il servizio fino alla conclusione della gara di affidamento.
Attuale concessionario che, in vista di una gara attenzionata come è noto da alcuni pesi massimi del comparto (Mercitalia in primis, ma è vivo l’interesse del gruppo terminalistico Psa e del colosso Msc), ha provveduto nei mesi scorsi a completare un progetto di scissione esplicitamente pensato, anche, per “poter procedere alla futura ed eventuale cessione delle partecipazioni della Scindenda e della Beneficiaria nei confronti di terzi investitori”.
Fuorimuro Servizi Portuali e Ferroviari è stata infatti trasformata in Fuorimuro servizi di manovra (Fmm), che ha poi figliato Fuorimuro impresa ferroviaria (Fmi). Alla prima resteranno in capo i servizi di manovra e alla seconda quelli di trazione ferroviaria, dividendosi relativi asset e rapporti commerciali in essere, oltre che il capitale sociale (350mila e 300mila euro rispettivamente), mentre per il momento i soci resteranno i medesimi per le due realtà: Tenor Srl al 51%, Metrocargo Italia Srl al 28,60% e Ventisei Srl al 20,40%, così come il timone resterà al fondatore e socio di riferimento Guido Porta.
Qualora Fmm s’aggiudicasse la gara, dovrebbe essere formalizzato l’ingresso (in minoranza) già definito di Psa, magari in un articolato (ma non fantasioso) quadro di alleanze con Mercitalia, che potrebbe lavorare con Psa nel terminal da questa gestito a Voltri-Pra’ e con il partner recentemente acquisito Msc per quel che riguarda Sampierdarena, dove il gruppo svizzero gestisce Terminal Bettolo ed è azionista al 49% di Imt Terminal del Gruppo Messina.
In questo quadro l’elemento di maggiore incertezza, numerica e contrattuale, riguarda il personale di Fuorimuro. La newco impresa ferroviaria – si apprende dal progetto di scissione – ha ereditato solo quattro contratti di lavoro sul centinaio circa di dipendenti, puntando fra l’altro alla “applicazione di un Ccnl più adeguato alla specifica attività” (oggi i dipendenti hanno tutti il contratto dei porti) e prevedendo di “stipulare con la scissa (Fmm, ndr) i necessari contratti che consentano di fruire del personale specializzato i cui contratti rimarranno in capo alla scissa”.
Il grosso dei lavoratori, quindi, resterà in capo a Fmm e non è chiaro quale sarà il loro futuro qualora quest’ultima non si aggiudichi la gara. Sull’applicazione della clausola sociale (che, nella forma minima di legge, rappresenta una tutela solo nella misura in cui il subentrante abbia esigenze di assumere personale per garantire il servizio aggiudicato) la port authority genovese si è limitata a spiegare che la delibera di approvazione del progetto di gara si rifà alle “recenti direttive Anac” e alla “richiesta di applicazione del Ccnl di settore per varie figure professionali inerenti attività portuali e/o logistiche con riferimento alle manovre ferroviarie”.
Possibile che il capitolato di gara sia costruito in modo da incentivare gli interessati, attraverso i punteggi, alla piena occupazione e al mantenimento del contratto vigente – due condizioni che il sindacato considera imprescindibili – ma il concreto destino dei lavoratori di Fuorimuro potrà essere più chiaro solo al momento della presentazione delle offerte per la gara.
Intanto l’Adsp (o più esattamente Rfi, che è la proponente il progetto) ha incassato l’esclusione dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (condizionata all’ottemperanza di cinque prescrizioni) del progetto (preliminare) di ampliamento del parco ferroviario di Fuori Muro, che serve tutti i terminal a pettine del bacino di Sampierdarena. Il progetto prevede di passare dall’attuale fascio di 9 binari ad uno di 7, ma di modulo a 750 metri, con realizzazione di un nuovo Apparato centrale computerizzato e messa a norma delle intervie.
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