Altro passo avanti per la nuova diga di Genova
Regione Liguria e Ministero della Cultura considerano ottemperate le prescrizioni della Via di loro competenza. Rinvio dell’analisi degli effetti delle emissioni a opera conclusa
Secondo il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è “in predisposizione il provvedimento” relativo all’ottemperanza del progetto definitivo ed esecutivo della nuova diga foranea del porto di Genova alle prescrizioni impartite dallo stesso dicastero nel marzo 2022.
L’esito, ovviamente, è ancora ignoto. Ma, dopo la mancata pubblicazione del parere dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr (Centro nazionale ricerche) – chiamato a verificare l’implementazione e valutare la qualità del sistema di monitoraggio degli effetti morfobatimetrici dei lavori sui fondali (uno degli aspetti più controversi del progetto, oggetto di numerose osservazioni in sede di Via) – oggi sono stati pubblicati i pareri di due dei numerosi altri organi tenuti a esprimere valutazioni.
Uno è quello del Ministero della Cultura, che, verificata la rinuncia all’installazione di pale eoliche sulla nuova diga, doveva soprattutto pronunciarsi – cosa che, attraverso la Soprintendenza locale ha fatto positivamente – sul progetto di restauro e valorizzazione della porzione della diga esistente tutelata e destinata al mantenimento.
Più articolato (anche perché riguardante più aspetti) quello rilasciato da Regione Liguria e Arpal, ancorché nel complesso positivo. Da notare, tuttavia, come entrambi gli enti abbiano evidenziato la mancata risposta alla prescrizione di realizzare uno studio predittivo che la realizzazione dell’opera comporterà quanto a qualità dell’aria. Il calcolo, in sostanza, dell’impatto che il maggior traffico, navale ma anche terrestre, prospettato dall’Autorità di sistema portuale a seguito dell’entrata in funzione della diga, avrà in termini di emissioni aeree.
“Con particolare riferimento alle tematiche di impatto atmosferico ai fini dell’ottemperanza in esame la tematica è stata sviluppata in modo prevalentemente qualitativo nell’elaborato P3062_E-AM-G-0010_00, demandando ulteriori approfondimenti a successivi passaggi di valutazione d’impatto del Piano Regolatore Portuale in via di redazione” riferisce la Regione Liguria, richiamando “la necessità di anticipare l’intervento strategico della diga rispetto a un quadro pianificatorio complessivo ancora in via di definizione” (cioè appunto il nuovo Piano regolatore portuale).
Considerazioni analoghe da parte di Arpal, che se non altro considera “adeguata dal punto di vista metodologico” l’illustrazione di “come verranno costruiti nell’elaborazione del nuovo Piano Regolatore Portuale gli scenari emissivi. L’Agenzia puntualizza però che “Per quanto riguarda il calcolo delle emissioni di Ghg (i gas ad effetto serra, ndr), trattasi di attività specialistiche che esulano sia dai consolidati percorsi istituzionali di monitoraggio della qualità dell’aria, sia dalle attività di monitoraggio affidate ad Arpal da Regione Liguria”. Analogamente Arpal evidenzia poi che “manca dell’esperienza e delle professionalità specifiche per un’esaustiva attività di validazione del Piano di Monitoraggio Ambientale (Pma)” per quel che riguarda la prescrizione dell’inclusione in esso di alcuni dei “descrittori previsti dalla Marine Strategy Framework Directive”, fra cui il “D7 modifica permanente delle condizioni idrografiche” (cioè il possibile impatto sull’ecosistema marino degli effetti morfobatimetrici dei lavori).
Per il provvedimento definitivo mancano a questo punto le valutazioni richieste prima dell’avvio dei lavori (attualmente è in corso la predisposizione del primo campo prove, preliminare al consolidamento dei fondali) ai tecnici del Ministero stesso, dell’Autorità distrettuale di bacino Appennino settentrionale, Enac, Enav, Comune di Genova.
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