Bandita la gara dei lavori per la nuova diga foranea del porto di Taranto
L’opera, pensata già nel 2006 in vista di un atteso incremento dei traffici al Molo Polisettoriale, costera 35 milioni di euro e richiederà quasi tre anni
Pensato 17 anni fa e inserito nel piano regolatore portuale vigente approvato nel 2006, il nuovo tratto della diga foranea di Taranto potrebbe nei prossimi mesi vedere concretamente l’avvio dei lavori.
L’Autorità di Sistema Portuale ionica ha infatti appena varato un bando da 35,7 milioni di euro, finanziato per 15,7 milioni da risorse provenienti dal fondo complementare al Pnrr e per il resto da fondi dell’ente. L’opera, essendo infatti inserita in ambito Pnrr, dovrebbe essere appaltata entro la fine dell’anno e conclusa e collaudata entro fine 2026, per quanto la durata dell’appalto sia da bando di 48 mesi (anche se, stando al progetto, i lavori, collaudo compreso, dovrebbero richiedere poco più di 1.000 giorni).
L’appalto in questione riguarda il tratto di ponente dell’intero nuovo braccio della diga (1.300 metri), che sarà lungo 500, si svilupperà su fondali compresi fra i 10 e i 14 metri di profondità e prevede operazioni di dragaggio in due fasi, per 120mila mc di fanghi destinati, si legge nella relazione di progetto, “ad una vasca di contenimento prevista a fianco della sponda sud del V Sporgente in corso di realizzazione nell’ambito di altro appalto” (in realtà ancora non concluso e il cui contratto è stato di recente risolto dalla locale Autorità di Sistema Portuale).
Un primo parere sulla fattibilità della nuova diga venne rilasciato nel 2010 dal Consiglio Superiore dei lavori Pubblici. Che nel 2013 promosse anche l’Adeguamento tecnico funzionale chiesto dall’Autorità portuale “in considerazione – si legge nel summenzionato documento – della necessità di rendere più efficienti e sicuri gli accosti del Molo Polisettoriale in previsione di un auspicabile incremento dei traffici”, aumento che tarda però ad arrivare (la relazione risale alla seconda parte del 2022). Nel 2018 è stata la volta del progetto definitivo, mentre la progettazione esecutiva è stata un anno dopo affidata a una cordata guidata da Sjs e conclusa lo scorso settembre.
Il parere positivo (con prescrizioni) di Valutazione di Impatto Ambientale è stato rilasciato nel 2015. Essendo scaduto cinque anni dopo, l’Adsp ne ha chiesto il rinnovo, concluso lo scorso febbraio con esito positivo, anche se né l’Adsp né il ministero dell’Ambiente hanno reso pubblica “la relazione tecnica contenente la descrizione del contesto ambientale attuale, dello stato dei lavori, delle verifiche di ottemperanza del decreto Via oltre all’evidenza delle motivazioni per le quali non è stato possibile realizzare l’opera nei tempi previsti”.
Per la realizzazione della nuvoa diga la stazione appaltante, ovvero l’Autorità di sistema portuale, ha individuato nell’Accordo Quadro lo strumento più adeguato al rispetto delle scadenze temporali. Nel Disciplinare di Gara è scritto infatti che questa soluzione “risulta la più idonea a contenere le tempistiche dell’intera fase della procedura di affidamento dei contratti pubblici, alla luce dì una situazione in cui è doveroso tener conto di fattori quali la elevata strategicità degli interventi, la ristrettezza dei tempi di realizzazione delle opere e le negative ricadute connesse all’eventuale mancato rispetto degli impegni assunti in sede europea. Lo strumento dell’Accordo Quadro risulta inoltre idoneo alle caratteristiche degli interventi da affidare (porzioni d’opera inerenti a sezioni tipologiche di progetto consecutive), aventi autonomia funzionale e natura ripetitiva. La Stazione Appaltante procede, quindi, alla indizione, gestione e aggiudicazione della presente procedura, ai sensi degli artt. 54 e 60 del D.lgs. n. 50/2016 per la conclusione di un Accordo Quadro con un unico operatore al quale la medesima Stazione Appaltante potrà ricorrere, con la stipula di Contratti Specifici, per l’attuazione degli interventi di monitoraggio ambientale e di esecuzione delle opere marittime di realizzazione della diga foranea fuori rada, tratto di ponente”.
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