Il numero uno della logistica di Msc indica a Genova e all’Italia la rotta per essere competitivi
Giuseppe Prudente ha chiesto più treni e velocità nella realizzazione delle infrastrutture per conquistare il mercato del Centro Europa. Nonostante i noli crollati il gruppo ginevrino continua a investire
Msc chiede a Genova e all’Italia di fare presto nella realizzazione di infrastrutture, soprattutto ferroviarie, per aumentare la quota di traffici containerizzati che scelgono di passare dal Sud Europa per raggiungere il continente.
Su questo tema è intervenuto, dal palco del convegno “Un Mare di Svizzera” andato in scena a Lugano, Giuseppe Prudente, direttore della business unit logistica del gruppo ginevrino nonché presidente della società operativa Medlog che si occupa di trasporti terrestri e intermodali. Nel suo intervento ha parlato di sostenibilità da raggiungere nei trasporti marittimi, dei noli marittimi in discesa libera, delle navi da commissionare e di investimenti. Sull’attualità di questi temi, anche interdipendenti tra loro, e visti dalla prospettiva del gruppo con sede in Svizzera ma dal forte legame con l’Italia, Prudente si è espresso partendo dalla considerazione che negli ultimi anni, interessati da picchi di lavoro o da blank sailing determinati dal mercato, il gruppo ha reagito, laddove ha potuto, aprendosi il più possibile alla multimodalità.
“Non possiamo sostenere sempre e comunque di partire con navi da 10.000 o da 8.000 Teu con un tasso di riempimento del 50 o 40% con i noli di oggi, che sono al livello di quelli pre-covid” ha detto il manager del colosso armatoriale. “Riguardo al naviglio oggi ci viene detto che abbiamo troppe navi, mentre nel 2022 ne avevamo troppo poche; mettiamoci d’accordo” ha proseguito, spiegando che “nel 2020 come Msc siamo stati i primi a comprare ogni tipo di nave disponibile per far fronte alla grande domanda di trasporto di merce di quel periodo e da lì abbiamo pensato di ordinare parallelamente nuovo naviglio. Come noi si sono comportati tutti gli armatori perché ci veniva detto che non avevamo abbastanza navi e che i noli erano troppo alti. Per farli scendere dovevamo essere più efficaci e con maggiore capacità”.
Anche gli investimenti mirati alla ecostenibilità rafforzano questa esigenza: “Per esserlo – ha detto Prudente – dobbiamo mettere più navi in esercizio su un servizio di linea. Se prima da un paese all’altro si impegnavano dieci navi, ora, con la modalità lenta, ne dobbiamo impegnare dodici e arriveremo a tredici con la congestione. Una nave ha un costo che va dai 150 ai 180 milioni di euro, non se ne può comprare una sola, ne occorrono 12 per fare un servizio. Gli investimenti sono così importanti perché con una sola nave non facciamo niente, né noi né nessun altro armatore. Come Msc siamo consapevoli e convinti dei nostri investimenti; crediamo molto nel trasporto marittimo e siamo in linea con le esigenze di ecosostenibilità, aspettiamo quindi tempi migliori continuando a investire”.
Rispetto ai recenti arrivi delle navi Msc da 24.000 Teu al porto di Genova, cui seguiranno anche quelle di altre compagnie (anche Hapag Lloyd nella stessa occasione ha assicurato che intende portarle a Genova in futuro quando la diga sarà spostata), Giuseppe Prudente ha affermato che il gruppo Msc da sempre crede nel corridoio di Genova come alternativa a quello del Nord Europa. Non solo: ha ricordato che intorno agli anni 1982-84 veniva ringraziato dai porti olandesi scelti per la mancanza di infrastrutture necessarie a Genova e in generale in Italia e a causa degli scioperi che a quel tempo erano frequenti nel nostro Paese. Fattori, questi, determinanti perché i traffici privilegiassero il Northern Range invece che il Sud Europa: “Cosa che avviene anche oggi” ha detto Prudente. “Nei mercati Nord Europei c’è ancora la reminescenza che da noi la merce non riceveva un buon servizio. Oggi questo è cambiato, ma bisogna dimostrarlo con i giusti investimenti, e dobbiamo accelerare, anche se dal lato infrastrutturale questo non è semplice”.
Alle dichiarazioni di Paolo Piacenza, commissario dell’Authority dei porti liguri, sul fatto che per il 2026 tutte le opere previste a Genova saranno pronte (nuova diga, Terzo Valico ferroviario fra Genova e Milano, nodo ferroviario, nuova autostrada per aggirare uno dei punti roventi del congestionamento nel traffico autostradale), il vertice della logistica nel Gruppo Msc ha risposto definendosi contento ma ha sottolineato che più si accelera sui tempi e meglio è. A questo proposito ha suggerito di effettuare il prima possibile prove di servizio con il Terzo Valico incanalandovi qualche treno di quelli attualmente disponibili per anticipare il convincimento della Svizzera che un servizio da sud, da Genova, si può davvero ottenere. “Occorre poi – sono state le parole di Prudente – predisporre tanta viabilità ferroviaria perché se vogliamo far partire migliaia di contenitori al giorno ci vogliono tanti treni. C’è poi la tematica dell’autotrasporto: attualmente ogni mezz’ora entra ed esce un contenitore, sono tempi troppo lunghi”.
La conclusione è stata dedicata all’ecosostenibilità e ai nuovi carburanti: “Noi armatori dobbiamo investire, ma non abbiamo una guideline che ci indichi quale sarà il combustibile del futuro. Dobbiamo far costruire navi con tempi di realizzazione lunghi e l’incertezza su questo argomento è un punto cruciale. Anche riguardo al fondo destinato a sostenere la transizione ecologica del settore trasporti, intermodalità e rinnovo mezzi ci sono incertezze su come e dove inciderà. Ritengo che grazie al vento e al sole del nostro Paese potremmo investire di più sull’eolico e sul fotovoltaico e cercare di andare un pò più velocemente, anche con l’elettrico. E’ fondamentale che si installino con criterio le colonnine, ne occorrono di più per evitare che si creino file di operatori in attesa. Navighiamo e fra cinque anni, quando ci ritroveremo all’ennesimo convegno, potremo vedere quanti tipi di alimentazione saranno utilizzati fra i tanti di cui ora si parla” ha concluso il responsabile della business unit logistica di Msc.
C.G.
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