Fermerci in ansia per le opere Pnrr
I lavori limiteranno l’agibilità della rete, l’associazione delle imprese ferroviarie cargo chiede un sostegno: “Il rischio, sennò, è di avere binari ammodernati senza operatori a viaggiarvi”
Gli interventi sull’infrastruttura ferroviaria previsti dall’attuazione del Pnrr, di portata epocale, sono necessari perché compensano uno storico gap nei confronti degli investimenti attuati a favore della strada e rendono la rete ferroviaria nazionale adeguata agli standard europei. A riguardo uno studio commissionato da Greenpeace Europa ha rilevato che dal 1995 al 2018 l’Italia ha investito 151 miliardi sulle strade e 118 sulle ferrovie (+28% strada rispetto alle ferrovie).
Così il Direttore dell’Associazione Fermerci, Giuseppe Rizzi, intervenuto alla decima edizione del convegno “La cura del ferro” organizzata dalla Uil trasporti.
“Fino al termine dei lavori – ha continuato Rizzi – è urgente sostenere le Imprese Ferroviarie del trasporto merci, le più colpite in termini di disagi e conseguenti danni dalle necessarie interruzioni notturne. Nel corso del 2023 molte linee hanno capacità ridotta per oltre il 50% e nel 2024 la situazione peggiorerà”.
Il contesto, già difficile e complesso, è stato recentemente aggravato dall’interruzione dei principali valichi alpini con il Frejus chiuso fino all’estate 2024 e il Gottardo con capacità limitata al 50% fino ad inizio nuovo anno: “Da questi transita il 60% di tutto l’import/export italiano e il 34% viaggia su ferrovia, garantendo l’approvvigionamento dell’industria nazionale. Una situazione drammatica per l’economia e per il settore ferroviario delle merci nazionale”.
Per Rizzi, quindi, “occorrono interventi tempestivi, si rischia di danneggiare le imprese che operano nel settore in maniera irreversibile. Per questo è necessaria un’azione politica concreta e decisa con misure e risorse a sostegno del comparto, altrimenti la nuova infrastruttura ferroviaria realizzata a fine lavori del Pnrr sarà senza traffico e con meno operatori”.
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