L’Ets fa inciampare anche l’Agenzia del lavoro di Gioia Tauro
Procedura sospesa dopo le risposte interlocutorie da parte dei terminalisti al bando dell’Adsp per creare una società ex articolo 17
“I due terminalisti dello scalo hanno manifestato interesse, ma per il momento non si tratta di una manifesta volontà di adesione, bensì di una risposta interlocutoria, che ci costringe a sospendere la procedura, anch’essa legata quindi alla criticità più cogente per il porto di Gioia Tauro”.
A parlare in questi termini a SHIPPING ITALY è Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, che a inizio settembre aveva pubblicato il bando per la costituzione di una società di fornitura di manodopera temporanea portuale ex comma 5 dell’articolo 17, cioè su impulso dell’ente e previa autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “nel frattempo ottenuta” (l’avviso era stato pubblicato “nelle more del rilascio della prescritta autorizzazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, prevedendo in caso di diniego l’annullamento della procedura).
Si proponeva ad articoli 18 e 16 dello scalo (“ci sarebbe anche l’interesse di un’impresa portuale”) di sottoscrivere un capitale da 10mila euro, facente capo per il primo anno per il 49% all’ente, intenzionato negli esercizi successivi a uscire ma “mantenendo ed esercitando una funzione di garanzia all’ interno dell’Agenzia, attraverso una propria presenza all’interno dell’organo di gestione ed amministrazione ovvero all’ interno di quello di vigilanza e controllo”. Le spese di funzionamento sono stimate in 114.600 euro e l’organico inziale “al momento della costituzione è determinato in 77 unità”.
L’iniziativa prende le mosse dalla scadenza fissata a fine anno della Gioia Tauro Port Agency, la società controllata dall’ente e creata sulla base del decreto che nel 2016 era stato emanato per far fronte alla crisi dei porti di transhipment, dando tale prerogativa alle Adsp coinvolte (Cagliari e Taranto oltre a Gioia Tauro) e risorse adeguate per pagare una sorta di Indennità di mancato avviamento ai lavoratori assorbiti in uscita dai rispettivi terminal container (Tct fu il primo a rimettere la concessione, poi toccò a Cict, mentre in Calabria il fenomeno fu più contenuto e limitato a una quota relativamente ridotta di esuberi, dato che Mct opera tutt’oggi). Alla scadenza era prevista la trasformazione in articolo 17 ed è a questo che mira la procedura imbastita da AdSP.
“Ma, come è noto e come stiamo cercando di fare il più possibile presente, sul porto pende la grande incognita dell’avvio della normativa Ets. Normale che Mct e Automar, pur confermando l’interesse per l’iniziativa, abbiano preferito prendere tempo prima di aderire. Noi confidiamo che la questione possa risolversi a breve, ma intanto abbiamo chiesto al Ministero la possibilità di prorogare la Gioia Tauro Port Agency, tanto più che con 5mila avviamenti quest’anno ha funzionato egregiamente”.
A.M.
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