Si alza l’asticella delle navi da crociera da riportare alla marittima di Venezia
Nel bando per la progettazione dell’escavo del canale Vittorio Emanuele III il limite passa da 60 a 65mila tonnellate di stazza lorda e potrebbe crescere
Il progetto di approfondire il canale Vittorio Emanuele III e così consentire l’accesso di un maggior numero di navi alla Stazione Marittima di Venezia – limitato a quelle con stazza lorda inferiore alle 25mila tonnellate dal decreto con cui nel 2021 fu impedito il passaggio per il Canale della Giudecca – ha compiuto un nuovo passo per opera del commissario preposto, il presidente dell’Autorità di sistema portuale lagunare Fulvio Lino Di Blasio.
Preannunciato un mese fa, infatti, è stato nei giorni scorsi pubblicato il bando di gara da 2 milioni di euro e 300 giorni di durata per realizzare il progetto di fattibilità tecnico-economica (comprensivo della predisposizione dell’iter autorizzativo, Valutazione d’impatto ambientale in testa) dell’intero intervento di escavo, nonché il progetto definitivo/esecutivo del primo dei due stralci previsti.
L’ipotesi prevista – soggetta tuttavia ad alcune variabili da approfondire in corso di progettazione (in particolare la possibilità che il materiale di escavo non sia conferito tutto al nuovo sito di cui il Commissario ha recentemente avviato la progettazione e l’analisi economica di cui diremo) – è che il primo intervento porti la profondità del canale a -8 metri (-8,5 con overdredging) con una cunetta della larghezza di 70 m, e il secondo a -9,0 m s.m.m. (-9,5 con overdredging) con una cunetta della larghezza di 80 metri.
In questa ipotesi (che come detto però potrebbe variare in funzione dei costi, dato che la profondità da Piano regolatore potrebbe essere anche maggiore) nel bando si alza il valore limite di riferimento per la stazza delle navi che il secondo intervento permetterà di far transitare. Se infatti col primo stralcio si punta a unità da 230 metri di lunghezza, 29 di larghezza al galleggiamento e 50mila tonnellate di stazza lorda, con il secondo i valori salgono a 280 x 33 metri e 65mila Tsl, quando la previsione iniziale era di navi da 60mila tonnellate. Una piccola differenza nella quale rientrano però navi di ultima generazione, in particolare del segmento lusso (ad esempio quelle di Explora Journayes ma non solo) che rappresentano il target per la ‘nuova vita’ della Stazione Marittima gestita da Venezia Terminal Passeggeri.
In ogni caso si precisa che “il primo stralcio dovrà permettere l’accesso alla Stazione Marittima di una fascia sufficiente di navi da crociera, tale da giustificare l’esercizio, anche parziale, della Stazione. Il numero e la tipologia delle navi che scaleranno la Stazione Marittima dipenderanno, presumibilmente, da diversi fattori”. Tanto che “le caratteristiche delle navi di progetto dovranno comunque essere oggetto di approfondita valutazione da parte del progettista basata sia su specifiche analisi di mercato (lo scopo dell’intervento è la riattivazione funzionale della Stazione Marittima) che su una dettagliata analisi della manovra delle navi, per verificare sia la possibilità di transito che le condizioni limite per la navigazione in sicurezza”.
Confermata la stima dei volumi di dragaggio (655mila e 625mila per i due interventi), e quella dei costi (30,9 milioni, 15,8 il primo stralcio e 15,1 il secondo) anch’essa tuttavia soggette alle variabili di cui sopra. Parimenti i documenti ricordano che a disposizione ci sono 21 milioni di euro, a valere sui fondi del Commissario. Per il secondo stralcio occorreranno quindi nuove risorse ed è per questo che Di Blasio, nell’ottica più generale degli interventi per manutenzione e approfondimenti dei canali lagunari, ha reso noto di aver chiesto al Governo altri 111 milioni di euro in aggiunta ai 157 messigli a disposizione nel 2021.
A.M.
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