La nave israeliana sequestrata dagli Houti diventa un’attrazione turistica in Yemen (VIDEO)
Un gruppo di manifestanti in canoa ha invece cercato di bloccare una portacontainer di Zim in Australia mentre Evergreen con i suoi annunci ha eluso il rischio di attacchi a una sua unità transitata in Mar Rosso
La car carrier Galaxy Leader, la prima nave oggetto di attacco, abbordaggio tramite elicottero e sequestro da parte dei miliziani Houti per protestare contro gli attacchi israeliani in Palestina, è divenata un’attrazione turistica.
Lo rivela (fra gli altri) in un video anche un giornalista locale che mostra come la nave, ferma alla fonda di fronte al porto di Salif sotto la stretta sorveglianza dei militari che l’hanno dirottata averso le coste, è circondata da barchini e un battello è perfino accostata allo scafo per far salire e scendere i visitatori che utilizzano lo scalandrone. Secondo il racconto, alla popolazione locale viene offerta la possibilità di visitare al’interno la nave che è stata oggetto di attacco e sequestro perchè, seppure operata in charter dalla compagnia di navigazione giapponese Nyk, è di proprietà dell’uomo d’affari israeliano Abraham ‘Rami’ Ungar.
Sempre a proposito di proteste pro-Palestina, nelle ultime ore è andata in scena nel porto australiano di Melbourne, una manifestazione da parte di un grupo di canoisti che hanno cercato di ostacolare e impedire il transito alla nave portacontainer Vela della compagnia di navigazione israeliana Zim mentre stava percorrendo il fiume Yarra diretta verso un locale terminal container. la nave in questione ha una portata di 4.250 Teu ed è di proprietà della società greca Costamare. Anche in questo caso l’obiettivo della protesta era quello di ostacolare le spedizioni dirette verso Israele e mettere pressione al Governo di Benjamin Netanyahu affinchè interrompa gli attacchi in atto da settimane nella Striscia di Gaza.
L’ultima curiosità a proposito delle tensioni e degli atatcchi alle navi in Mar Rosso proviene dall’attento osservatore e commentatore Lars Jensen, un esperto di trasporto marittimo di container. Quest’ultimo su Linkedin ha notato e rilanciato la notizia che la compagnia di navigazione taiwanese Evergreen, dopo gli annunci di voler dirottare le proprie navi verso il Capo di Buona Speranza ordinando la circumnavigazione dell’Africa e comunicando al mercato e sul proprio sito web che non avrebbero accettato carchi con origine o destinazione Israele, la maxi-nave portacontainer Ever Goods da 20.000 Teu ha invece tranquillamente attraversato il canale di Suez e il Mar Rosso travandosi ora in navigazione tranquilla in Oceano Indiano. Una volta ‘eluso’ i controlli e sventato un eventuale rischio di attacchi da parte dei milizani Huoti dallo Yemen, il messaggio relativo all’inteznione di non accettare carichi da e per Israele è stato rimosso dal sito di Evergreen.
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BREAKING! A group of protesters in kayaks attempting to block the path of an Israel-linked container ship in the early hours of this morning in Naarm. The ship ploughed through the kayaks heading into port. All kayakers are okay #StopArmingIsrael #FreePalestine pic.twitter.com/L6MeG6dVCD
— WACA (@akaWACA) December 20, 2023