Sulla nuova diga di Genova l’Anac conferma i rilievi già contestati
Non convincono l’Anticorruzione le controdeduzioni di Adsp e Rina Check sulle irregolarità dell’appalto per la realizzazione dell’opera
Anac non ha cambiato la propria posizione sulla nuova diga foranea di Genova: i rilievi inerenti la presunta irregolarità dell’aggiudicazione dell’appalto a Pergenova Breakwater (consorzio capitanato da Webuild) sono stati confermati anche a valle del secondo giro di controdeduzioni dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e di Rina Check, coinvolta in quanto verificatrice del progetto preliminare a base della procedura d’appalto.
A partire dall’inserimento della diga nel programma straordinario delle opere che l’Adsp ha potuto realizzare in deroga alle norme, ingiustificato secondo Anac, dato l’inconsistenza di motivi emergenziali legati al crollo del ponte Morandi che stava alla base di quel piano, la prima criticità riguarda la “omessa motivazione nell’utilizzo della procedura negoziata senza bando”.
Una scelta che l’Adsp e l’allora commissario all’opera, il presidente dell’ente Paolo Emilio Signorini, fecero due volte. La prima procedura negoziata andò a vuoto, dato che i consorzi invitati, guidati da Webuild ed Eteria, non presentarono offerte. Invece che bandire una nuova gara, però, Adsp e Signorini avviarono una nuova procedura negoziata, senza presupposti, secondo Anac, e “viziata da tutte le criticità sopraesposte per la prima procedura negoziata”.
Confermato il “mancato superamento dei profili di criticità sollevati in relazione al mancato aggiornamento dei prezzi” posti a base delle due procedure, il fulcro della ‘accusa’ riguarda la “alterazione delle condizioni iniziali di gara”. Fra la prima e seconda procedura entrambe le cordate chiesero e ottennero una modifica di capitolato e contratto tale da spostare sulla stazione appaltante l’incognita geologica dell’opera.
E ciò in inottemperanza delle prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici (Csllpp) a proposito della necessità di “preventiva identificazione di potenziali scenari alternativi di progetto (…) con puntuali specifiche”. Da cui il coinvolgimento di Rina Check, che ha validato il progetto preliminare a base della procedura d’appalto malgrado l’incongruenza rispetto a quanto previsto da Csllpp.
Da rilevare in proposito come ancora pochi giorni fa l’Adsp abbia rivelato che “non sono ancora stati acquisiti formalmente i risultati definitivi” del campo prova n.2, quello cioè chiamato a testare la riuscita del metodo costruttivo delle colonne di ghiaia sui fondali più profondi. Tuttavia nell’ambito della procedura di variante al progetto, che poche settimane fa ha iniziato il proprio iter al ministero dell’ambiente, l’ente ha spiegato come su una piccola porzione dell’opera (il cosiddetto pennello) le “indagini integrative” abbiano già evidenziato la necessità di cambiare tecnica, mentre nel bilancio 2023 di Pergenova, da poco redatto, si legge che già nell’aprile 2023 “è stata consegnata la rielaborazione al progetto definitivo ed esecutivo, dovuta alle imprevedibili condizioni geologiche riscontrate in fase di indagine, diverse da quelle indicate nel Progetto di Fattibilità Tecnico-Economico”.
Quanto infine al ‘caso Rettighieri’, “le criticità sollevate in sede di avvio del procedimento hanno trovato soluzione nel corso del procedimento, pertanto, si ritengono superate. L’Autorità si riserva comunque di valutare, con separato procedimento, eventuali profili legati all’applicazione del pantouflage”
Con la delibera di imminente pubblicazione si chiude la procedura avviata da Anac, che, stante il perdurare dei rilievi, potrebbe aver portato a una segnalazione a Procura e/o Corte dei Conti.
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