Costerà 270 milioni di euro la diga per il rigassificatore di Ravenna
Uno degli effetti della modifica progettuale sarà l’aumento della capacità massima di portata delle gasiere che potranno ormeggiare alla Fsr, da 170 a 181 mila metri cubi
Vale 270 milioni di euro l’annunciato finanziamento da parte di Cassa Depositi e Prestiti all’Autorità di sistema portuale di Ravenna per la realizzazione della diga frangiflutti a protezione del nuovo rigassificatore di Snam.
La cifra emerge nella documentazione che l’Adsp ha appena pubblicato (ma risalente a fine febbraio) a riguardo dell’incarico affidato a un notaio per la redazione dell’accordo che disciplinerà le modalità del rimborso, in capo a Snam. Detto che il costo dell’opera è stabilito in via “prudenziale”, si prevede in particolare “un piano di erogazione predefinito ed una durata pari a 25 anni oltre un periodo di preammortamento prevedendo, all’interno dello stesso contratto, che i correlati oneri verranno corrisposti direttamente da Snam Fsru Italia S.r.l. garantiti da Snam S.p.A., in esecuzione di apposita delegazione irrevocabile di pagamento rilasciata da AdSP alla stessa Snam Fsru Italia S.r.l. e correlata garanzia”.
Quanto all’opera, da un punto di vista tecnico va rilevato che essa è al centro delle modifiche progettuali apportate da Snam in sede di esecuzione del progetto stesso, approvate dal commissario straordinario (il presidente della Regione Stefano Bonaccini) a febbraio. La diga è stata avvicinata molto, infatti, alla piattaforma d’ormeggio rispetto al progetto originario.
Ciò, secondo Snam, comporterà benefici di duplice natura: “Tecnico-nautici, poiché ponendosi ad una distanza dalla piattaforma sensibilmente inferiore rispetto a quella della configurazione autorizzata (si è passati da circa 340 m a circa 135 m) consentirà una maggiore protezione dell’ormeggio della Fsru e della metaniera mentre lascia comunque uno spazio di mare sufficiente tra l’ormeggio e la diga per servire logisticamente la piattaforma con mezzi navali dedicati e offrire un riparo molto più prossimo ai rimorchiatori di servizio. Tecnico-costruttivi: poiché l’avvicinamento, oltre a ottimizzare la capacità schermante dell’opera, ha consentito di ottimizzarne lo sviluppo planimetrico passando dai circa 971 m della soluzione originaria a circa 882 m dell’attuale configurazione con conseguenti minori riflessi sull’ambiente e, non secondario, una riduzione dei tempi di costruzione”.
A tal proposito, i lavori dureranno circa 27 mesi con previsione di inizio a giugno 2024. Siccome l’Fsru entrerà in funzione a gennaio 2025, “il terminale – spiega sempre la relazione di Snam – dovrà operare senza la protezione della diga per circa 20 mesi (…). Durante il periodo transitorio in cui la diga non sarà completata, la Fsru, a fronte di particolari condizioni meteo-marine avverse ed a seguito delle ordinanze delle autorità marittime, verrà disormeggiata e posta in condizioni di sicurezza”.
Uno degli effetti della modifica progettuale sarà l’aumento della capacità massima di portata delle gasiere che potranno ormeggiare alla Fsru, da 170mila mc a 181mila. Altro effetto sarà poi l’aumento dei volumi di dragaggio a 3,2 milioni di metri cubi. A questo proposito l’Adsp ha appena affidato senza gara (deroga concessa in ragione dell’estensione dei poteri attribuiti al commissario alle amministrazioni deputate alla realizzazione delle opere accessorie) i lavori (circa 3,5 milioni di euro) alla cordata che sta eseguendo la seconda fase del progetto Hub (con mandataria Società Italiana Dragaggi S.p.A. e mandanti R.C.M. Costruzioni S.r.l., Consorzio Integra Società Cooperativa, Ambiente S.p.A., Bioscience Research Center S.r.l. e Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” e L.A.V. S.r.l.).
A.M.
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