Gasselin promette la gara per l’ampliamento di Lsct e chiede le aree Enel
Sommariva (Adsp Mar Ligure Orientale) rispolverà e propone un progetto di azione comune degli scali nell’Alto Tirreno che ricorda l’esperienza (recentemente archiviata) di Ligurian Ports
La tanto attesa gara per l’ampliamento del La Spezia Container Terminal controllato al 60% da Contship Italia e partecipato al 40% dalla Marinvest di Msc sarà pubblicata “entro la fine di maggio, tra il 20 e il 30 del mese”, mentre “entro la fine dell’anno” dovrebbero prendere avvio i lavori “con l’obiettivo di essere operativi in banchina tra le fine del 2026 e l’inizio del 2027”. Ad annunciarlo è stato Matthieu Gasselin, amministratore delegato di Lsct e di Contship Italia, in occasione del convengo “Sotto il segno del porto 2” organizzato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale che governa gli scali di Spezia e di Marina di Carrara.
Le parole di Gasselin erano molto attese dopo gli ultimi annunci dello stesso terminalista e le notizie pubblicate da SHIPPING ITALY a proposito di un temuto ulteriore slittamento in avanti delle opere che prevedono dragaggi e tombamenti per ampliare il Molo Ravano. L’intervento è atteso dal 2016 ma solo recentemente ridefinito con la firma di un atto che dopo 8 anni dovrebbe sbloccare l’investimento di 232 milioni di euro promesso dal terminalista per la proroga della concessione. Il completamento dei lavori fino a poco tempo fa veniva fissato entro la fine del 2026 almeno per la prima fase a fronte di 232 milioni di euro d’investimenti.
Nel frattempo La Spezia Container Terminal investirà in equipment: “Lo faremo nell’immediato con il rinnovamento delle gru sul Molo Fornelli e l’acquisto di nuove ralle per il servizio di carosello, che arriveranno a settembre” ha proseguito Gasselin, che ha margine del convegno ha ammesso l’interesse del gruppo Contship Italia anche verso l’area Enel subito alle spalle delle banchine. “Ci siamo impegnati a riconsegnare Calata Paita alla città e quindi avremo presto bisogno di nuove aree. La nostra capacità operativa, tra Molo Fornelli e Terminal Ravano, richiede di avere a disposizione un’area nelle vicinanze. Se potremo, libereremo Calata Paita anche prima del 2025, ma per rafforzare l’operatività del terminal abbiamo individuato nell’area del carbonile Ovest la soluzione ottimale. Pensiamo a un progetto logistico da realizzare con mezzi elettrici e che avrà anche un importante impatto sociale creando un volano occupazionale di 100 posti di lavoro in più. Che si vanno a sommare ai 100 che prevediamo di creare con il nuovo Terminl Ravano” ha detto il manager.
L’annuncio si somma a quello di pochi giorni fa quando Gasselin, in occasione della visita a Spezia di Tom Eckelmann, ha annunciato ulteriori investimenti per un totale di 50 milioni di euro entro i prossimi due anni (che si aggiungono ai 250 già destinati alla realizzazione del molo Ravano) prossimi due anni per l’acquisto di nuovo equipment.
Durante il convegno il presidente della port authority spezzina, Mario Sommariva, ha lanciato agli altri scali dal Nord Tirreno, da Carrara a Savona (passando per Genova), “un appello – è scritto in un resoconto – per una strategia congiunta e una collaborazione operativa che consenta di difendere i traffici esistenti, svilupparne nuovi e tutelare gli interessi dell’economia produttiva del Paese”.
“Da sempre – ha affermato Sommariva – i porti non collaborano, si combattono e perdono il vero confronto, che è quello con i porti del Nord Europa. Oggi in una situazione di allerta, La Spezia, forte dell’esperienza di successo di reale coordinamento e integrazione con Carrara, lancia un’offerta di collaborazione concreta in prima battuta a Genova e Savona, per presentarsi sul mercato come un sistema coordinato che abbia nella logistica, nelle ferrovie e nell’offerta di servizi anche supplettivi alle difficoltà altrui, la sua chiave vincente”.
Una proposta che ricorda l’esperimento “Ligurian Ports” esistito fino a pochi anni fa, ovvero un unico strumento di promozione congiunta che però è stato recentemente abbandonato perchè ritenuto evidentemente non sufficientemente efficace.
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