Costa Crociere torna a macinare utili (371 milioni) e chiude la joint venture cinese Adora Cruises
Il bilancio 2023 della compagnia guidata da Mario Zanetti chiude con fatturato a 4,1 miliardi che sfiora il record storico pre-pandemia fatto registrare nel 2019
Dopo gli ultimi anni di sofferenza (anche finanziaria) per via dello stop quasi totale imposto alle vacanze a bordo dalla pandemia di Covid-19, l’italiana Costa Crociere è tornato a fare segnare un significativo profitto anche grazie a una razionalizzazione della flotta di proprietà. Rilevante anche la scelta di chiudere definitivamente ogni joint venture e sede di rappresentanza in Cina, mercato dove pure la compagnia è tornata a operare con una nave.
Lo rivela il bilancio d’esercizio 2023 (chiuso al 30 novembre scorso) della società guidata dall’amministratore delegato Mario Zanetti (fresco di nomina nella nuova squadra di Confindustria con delega all’economia del mare) che mostra un fatturato risalito a 4,1 miliardi di euro (di cui 2,6 miliardi per ricavi crociere, 525 milioni da ricavi accessori alle crociere, 884 milioni da ricavi gestioni di bordo) rispetto ai 2,2 miliardi del 2022. L’azienda l’anno scorso è dunque arrivata a sfiorare il record di 4,3 miliardi di ricavi del 2019. L’ebitda da negativo per 2 miliardi è tornato a essere positivo per 487 milioni e il risultato netto ha fatto registrare un utile di 371 milioni (a livello consolidato di 385 milioni) rispetto al rosso di poco superiore a 2 miliardi del precedente esercizio ancora profondamente segnato dalla pandemia. I 371 milioni di utili sono stati destinati per 7,6 milioni a riserva rivalutazione partecipazioni e per 363 milioni per coprire le perdite rinviate a nuovo.
Il 2023 di Costa è tornato a girare quasi a pieno regime perché il numero di passeggeri imbarcato è salito a 2,9 milioni (di cui 1,5 milioni su navi di Costa e 1,4 milioni su quelle di Aida) con trend di occupazione media a bordo passato dal 63% del 2022, al 96% del 2023 con un picco del 109% registrato nel terzo trimestre dell’esercizio scorso. Tutte e 21 le navi della flotta (10 per Costa e 11 per Aida) sono tornate operative considerando anche la ripresa di Costa Serena in Asia.
Il programma di ottimizzazione della flotta ha visto la vendita della nave AidaVita a marzo 2023 per circa 10,3 milioni di euro e di AidaAura a novembre dello scorso anno per 28 milioni di euro con plusvalenze (al netto degli oneri) pari rispettivamente a 5 milioni e 27 milioni di euro. A marzo dello scorso anno si è concretizzata anche la cessione della Costa Venezia (con plusvalenza da 7,5 milioni di euro) e della nave Costa Firenze concretizzatasi a febbraio di quest’anno.
Sempre nel corso dell’esercizio scorso il gruppo Costa ha acquisito a settembre il 99,98% del capitale della società Italy Cruise Investment Srl a seguito dello scioglimento della partnership con il Gruppo cinese Adora Cruises Ltd, ha ceduto al socio di maggioranza la sua partecipazione (del 6,34%) in Eco-Spray Technologies Srl e ha dismesso l’investimento nella società Zena Cruise Terminal Srl (società liquidata che avrebbe dovuto sviluppare un nuovo terminal crociere a Calata Gadda a Genova).
Costa aveva con Adora Cruises Limited dei contratti di concession agreement e ship management agreement con il partner cinese che sono stati chiusi, con conseguente liquidazione dei crediti e riaddebiti di costi sostenuti per avviare la nuova compagnia cinese che da inizio gennaio ha debuttato sul mercato dell’estremo oriente con la prima nave da crociera costruita in Cina da un cantiere del gruppo Cssc (in joint venture con Fincantieri) per il mercato locale. Sempre a proposito di Cina, Costa a gennaio del 2024 ha concluso anche il processo di liquidazione della società collegata Shanghai Coast Cruise Consulting Co. Ltd.
Per l’esercizio 2024 la compagnia prevede un andamento crescente dell’operatività “consentendo il raggiungimento dei livelli di occupazione pre-pandemia”. Oltre a ciò la controllata di Carnival Corporation aggiunge che, “nonostante sfavorevoli condizioni macroeconomiche tra cui l’inflazione e l’incremento dei tassi d’interesse acuite dalle tensioni geopolitiche che stanno caratterizzando i primi mesi dell’esercizio, è previsto che l’incremento dei ricavi da crociera e di bordo sosterrà livelli di redditività operativa e liquidità tali da generare l’autofinanziamento per far fronte alle obbligazioni”.
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