Il porto di Ravenna rinuncia al progetto per la produzione di idrogeno
Tempi troppo stretti per gli elettrolizzatori del progetto beneficiario di fondi Pnrr Green Ports, si procederà col solo fotovoltaico in partenariato pubblico privato
L’Autorità di sistema portuale di Ravenna non produrrà idrogeno in porto o perlomeno non lo farà a breve termine col supporto di fondi Pnrr.
L’ente, ha infatti rivelato Staffetta Quotidiana, ha stralciato parte del progetto da circa 26,3 milioni di euro che aveva ottenuto un finanziamento da 11,8 milioni nell’ambito del programma Green Ports. Progetto che prevedeva la realizzazione nel porto di Ravenna di un impianto solare FV da 20 MW per autoconsumo in aree demaniale e costituzione di una Comunità energetica portuale. A questo avrebbe dovuto affiancarsi anche un impianto di produzione di idrogeno con 4 elettrolizzatori da 210 mc all’ora.
La Adsp, però, quanto alla concreta realizzabilità del progetto entro il termine del 2025, ha evidenziato “che le tempistiche medie di fornitura degli elettrolizzatori della medesima tipologia di quelli ipotizzati nel progetto originario sono di circa 15 mesi dal momento dell’ordinativo. Pertanto è stato deciso di scorporare dal progetto originario la realizzazione dell’impianto per la produzione di idrogeno e mantenere unicamente la realizzazione del campo fotovoltaico destinato all’autoproduzione dell’energia in ambito portuale”.
Ciò ha comportato una revisione del progetto per cui la superficie pensata per gli elettrolizzatori sarà utilizzata per ulteriori pannelli, con un aumento di circa 2 MW dell’energia prodotta e un saldo netto positivo di 3,2 milioni di euro. Il Ministero dell’ambiente ha dato il via libera riducendo a 10,4 milioni di euro il contributo Pnrr.
Dal canto suo l’Adsp, “in considerazione del fatto che non aveva previsto investimenti per il progetto di sviluppo Green Ports senza il contributo Pnrr e dell’avvenuta riduzione dell’importo finanziato, oltre che delle oramai ridotte tempistiche disponibili per la realizzazione del progetto”, ha “deciso di fare ricorso all’istituto del Partenariato Pubblico Privato”.
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